Binho e Daniele

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Non possiamo dire che manchi l'impegno.
Binho e Bonera si applicano, ma troppo spesso mancano per limiti strutturali.
Binho abbiamo capito che la palla non la riceve se è sopra il petto perché il ragazzo non salta mai. Spesso non salta nemmeno da solo, quindi perché dargliela alta?
Dotato di tecnica sopraffina, tende spesso a intestardirsi, senza diventare un veneziano come Pato, rallentando o complicando l'azione.
Il suo apporto è fondamentale, sia in termini di quantità sia in termini di qualità, ma deve essere dentro la partita. A Cagliari e nel primo tempo di domenica non si è visto, ma nel secondo tempo non l'abbiamo mai visto rientrare per coprire.
Su Bonera il discorso è complicato.
Non è certo all'altezza di Nesta, ma chi lo sarebbe, ma non per questo deve dimenticare i fondamentali.
Se si marca uno veloce e lo si segue per 30 metri, forse è il caso di spendere un cartellino, no?
Se si marca uno, bravissimo per carità, che ha nel rientro sul destro e nel tiro sul secondo palo il marchio di fabbrica, non si deve lasciargli il lato per il tiro, se vuole tira con il sinistro e magari, se sarà bravo, farà gol lo stesso.
Se si è in area e arriva un cross, non si corre verso la palla o almeno non si copre sull'attaccante?
Non stiamo parlando delle azioni dei gol, stiamo parlando in generale di errori dovuto, probabilmente, a una condizione fisica precaria e a limiti tecnici. Di certo, quando Thiago e Sandrone sono vicini, non si comporta così, ma quando è solo è un disastro.
Fatto sta che abbiamo in panca uno dei migliori difensori dello scorso campionato e Danielone si trova a giocare contro speedy gonzales: colpa sua, ma solo al 50%, l'altra è di chi lo mette in campo e soprattutto lo lascia solo (allenatori e compagni).
 




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