Quelli che...

// 28 commenti
... pensano che Milik possa sostituire Ibra non capiscono un cazzo, ma non di calcio, ma di sport.
Pensate che Ibra sia importante per l'apporto in campo? 
Giocate a Fifa, che è meglio, lì la mentalità non ha importanza.

28 commenti:

  1. no, non penso che il numero21 sia importante per l'apporto in campo. sbaglia troppo, gioca da fermo, tratta i compagni come pezze da piedi, prende troppi soldi. un 39enne non può competere in corsa e resistenza con dei giovani di 20-25 anni, è ridicolo. e molte volte, partita dopo partita, il 21 s'è reso ridicolo così.
    costui s'è fatto abbastanza pubblicità credo, per le sue mutande blasonate, per i suoi sponsor. non vedo l'ora che la smetta d'invadere giornali e siti con il suo vecchio corpaccio d'ex atleta coperto dalla maglia rossonera. fossi nel milan gli chiederei un sostanzioso rimborso per i diritti d'immagine.
    (milik spero e credo che siano solo voci messe in giro dal napoli o dall'agente come per tanti altri, a meno che non venga gratis e con una paga che tenga conto, duramente conto, della sua fragilità)

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    1. Dao sei sempre succulento , un gran piacere leggerti e rileggerti

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  2. ot
    ancora una volta il calcio pretende di fare legge a sè. il ministro della sanità parla e dispone ma è un 'incauto', un poveraccio che non sa con chi ha a che fare (lei non sa chi sono Io !).
    a me francamente piacerebbe vederli, i cialtroni del sovramondo calcistico continuare a giocare le loro partitine idiote dentro una qualche bolla asettica su terreni di plastica irrorata di candeggina nel silenzio ovattato e mascherato da sala operatoria. tra puzzo di disinfettanti e tute isolanti, nella paura e nel farsesco tragico. vedere i divi miliardari costretti a giocarsi la salute su ogni contrasto, ogni dribbling.
    mi parrebbe giusto. non sono miliardari veri. quelli sono tutti al sicuro, isolati e garantiti come sempre. i miliardi dei calciatori d'elite sono finti e falsi, immeritati, malguadagnati. hai voluto i miliardi, bamboccio? adesso balla, bamboccio, e suda sangue tossico, e crepa.

    niente mi leva dalla testa che le pressioni più potenti e forse decisive per una ripresa a ogni costo dei campionati vengano non dai conti in rosso, non dalle spese folli, non dal debito che se li mangia vivi a quelli del calcio, non dalla fregna di mettersi in casa un qualche trofeo maledetto, infetto, tragico, fatto di bare e di tombe.
    credo che tutti, i cefferini, i lotiti eccetera, siano i pupazzi e marionette consapevoli o no, io sto per il no (perchè la stupidità e la superbia di questa gente sono immense), del grande giro di scommesse sportive e calcistiche mondiali. in fine delle fini, della malavita, delle mafie e delle camorre di tutto il mondo, con tutte le complicità nel mondo della finanza della politica e della ricchezza 'Perbene' che le assecondano e proteggono ricavandone lauti e facili guadagni, tale quale come nella droga.

    sia come sia, il calcio vuole e prentende di mettersi come al solito sopra la legge comune, sopra i governi, sopra i ministri della salute e della polizia, sopra cioè fuori dalla legge, questa volta più che mai: Banditi.
    e come tali, qualora scendessero in campo per celebrare il proprio trionfo illegale e insultante, li tratterei. a cominciare da quello schifosissimo insetto del cefferin.

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  3. Oggi credo sia importante essere tutti uniti perchè dividere non serve.
    Datemi i vostri indirizzi email che vi mando un invito per il nuovo blog.

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  4. Si puo' scommettere sulle date di ripresa del campionato e delle coppe!!

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  5. Milik costa , ADL non svende saranno voci soffiate dall'agente di Milik ai pennivendoli come li chiama il mio amico OP. Mino Raiola ha fatto scuola. Una buona notizia e' la liberazione da Bonaventura e Biglia due cadaveri.

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  6. Quelli che.... quelli che se so rotti er cazzo de vede' sto schifo da 10 anni a sta parte.

    Tolto questo credo che il problema ibra sia solo la classica ciliegina su una torta di merda.

    Se il suo apporto è altrove, che venga dirottato altrove, che so magazziniere, giardiniere (non avrebbe neanche bisogno della scala) a pulire gli spogliatoi....

    Ovviamente a stipendio, non ad ingaggio

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  7. Lei al Milan lo ha seguito passo dopo passo nel settore giovanile, dispensando consigli e cercando di migliorare sia l'aspetto tecnico che quello umano. E' stato un errore cedere Locatelli?
    "Credo che si debba sempre contestualizzare quando si parla di scelte di mercato, quando un giocatore così giovane lascia un club. Difficile capire com'è andata la trattativa, Manuel per me è un talento assoluto, ha sempre dimostrato di vedere un tipo di calcio. Sicuramente è stato un peccato. La società, facendo le sue valutazioni, aveva deciso di lasciarlo andare e fare della dietrologia è sbagliato. Io auguro a Manuel di continuare a fare bene al Sassuolo. Con tutto il rispetto per il club emiliano, che con De Zerbi sta proponendo un gioco straordinario, credo che possa ambire a squadre ancora più importanti".

    Club importanti come l'Inter che lo sta seguendo da mesi: è adatto per il gioco di Conte?
    "Si, Manuel può giocare in più ruoli del centrocampo. Adesso si parla più di funzioni che di ruoli, di capacità di leggere gli spazi e di inserimenti. Io credo abbia davvero tutto, l'esperienza con De Zerbi lo sta aiutando ancora di più a crescere, ad avere consapevolezza dei propri mezzi. All'inizio so che De Zerbi lo ha martellato, è normale. Manuel è un talento importante e mi auguro che continui a crescere".


    GRAZIE LEOTARDO!

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  8. Mirabelli: 'Blitz a casa Rakitic per portarlo al Milan. La frizione con Ausilio e il ginocchio rotto di Mancini. All'Inter consigliai Bentancur'

    È un uomo che non sa vivere per finta e che non finge per sopravvivere. Massimiliano Mirabelli è schietto, come il sigaro che fuma per farsi compagnia nei lunghi silenzi che nutrono le sue riflessioni. Quei silenzi che anche sua moglie ha imparato a non interrompere. Parla poco, si inquieta molto. Si placa con la vita vera, col vento di mare che gli riempie i polmoni e con battute di pesca che rendono cenere il toscano antico.

    “La mia quarantena? Passeggiate in giardino. Penso, telefono, mi aggiorno. E poi guardo tutti quei video che avevo lasciato indietro. Mi godo la famiglia, apprezzo la quotidianità che prima non avevo sotto gli occhi. Vedo le mie figlie studiare, trascorro tempo con loro e in più sto arricchendo le mie basi in cucina”.

    Ci sveli il suo cavallo di battaglia.
    “A patto che non lo banalizziate. È una ricetta semplice ma dal gusto inarrivabile. Il piatto forte è Lagane e ceci. Richiede tempo, almeno per come la faccio io, che amo far cuocere i ceci tutta notte in una pignatta in camino. Ovviamente con tanto peperoncino. Mi appassionano i primi piatti ma ultimamente anche con la pizza non scherzo.”

    Questo dedicarsi farà piacere anche a sua moglie.
    “Bisognerebbe chiederlo a lei. In effetti mi ha smosso questa curiosità, aspetti un attimo”. (Attesa di pochi secondi, si percepisce il cambio stanza dall’aprirsi di una porta e poi…) “Serena, al telefono mi chiedono se sei felice della mia presenza a casa in pianta stabile, cosa posso dire in merito?”. (Altra piccola attesa…) “Che spero davvero possa finire presto questa quarantena”. Risate.

    È una donna simpatica.
    “Si, poi non è semplice vivere con me in casa. Il mio carattere è sempre quello…”

    Le manca il calcio?
    “Mi manca il campo, la programmazione del lavoro. Per il resto vivo di calcio, osservo prospetti del domani. Adesso dal video, poi andrò sul posto appena sarà possibile”.

    Qualcuno ha rubato il suo occhio?
    “Forse si, ho visto quelle cose che mi portano in là col pensiero, qualche ragazzo che sa rompere la noia di questi giorni”.

    Ci dica.
    “Neanche sotto tortura. Mi scusi, che faccio, mi brucio il campo così?”.

    Ma ci dia qualche indizio.
    “Al massimo a microfoni spenti, visto che la conosco da anni e che mi fido. Così va a guardarselo anche lei. Ma a fine intervista”.

    Ce lo dice cosa deve avere un bravo osservatore?
    “A mio modo di vedere possiamo scindere la categoria in due gruppi; quelli che riconoscono il talento nei ragazzi giovanissimi; e quelli che selezionano per la prima squadra. Salvo eccezioni, gli uni non sanno svolgere il mestiere degli altri, scambiandoli si rischierebbe la catastrofe. Tornando alla domanda, il bravo osservatore è quello che nelle ultime righe della relazione scrive in modo inequivocabile se il calciatore è da prendere o meno. Dopo tre, massimo quattro partite seguite dal vivo, deve essere in grado di esprimersi in modo netto, senza fare il democristiano con frasi del tipo: va seguito ancora, è interessante o teniamolo d’occhio. L’osservatore è l’insieme delle emozioni che vive sul campo e delle esperienze raccolte. Chi sceglie giocatori deve essere in grado di poter fare anche dei paragoni e per questo motivo più calciatori conosci e più potrai avere le idee chiare”.

    Emozioni?
    “Io li chiamo anche ganci. Ci sono dei giocatori che ti rapiscono per un atteggiamento, per una peculiarità ed è così che inizi a seguirli. In seguito ci si concentra su altro, chiaramente. Faccio l’esempio di Aubameyang, che è un calciatore incredibile. Quando lo osservavo al St. Etienne aveva una caratteristica che mi faceva impazzire: nonostante le enormi doti da realizzatore e assist-man, si dannava l’anima quando la sua squadra non era in possesso palla. Rientrava nella propria metà campo e pressava fino alla riconquista del pallone da parte dei suoi compagni. Sarò ripetitivo, ma i giocatori bisogna vederseli dalla tribuna”.

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  9. CONTINUA

    Mentre in Italia non sempre accade.
    “Per la maggior parte dei calciatori che arrivano in Italia non è così. Si accontentano di un superficiale studio dei video. Io sono un maniaco di certe cose e per questo ho girato per anni il mondo“.

    Ci sono altri calciatori che l’hanno fatta innamorare per qualche caratteristica?
    “Ricordo un grande classico d’Argentina, ero alla Bombonera e si giocava Boca-River. Lo stadio era una bolgia, pieno in ogni ordine di posto. Guardavo la partita con grandi aspettative ma nessuno mi fece realmente impazzire e rientrai in albergo un po’ deluso a riempire i miei fogli. Il giorno dopo mi ripresentai alla Bombonera, questa volta era vuota e si giocava nuovamente Boca-River, ma con i rispettivi settori giovanili. Niente a che vedere con lo spettacolo in tribuna del giorno prima, eppure in campo c’era qualcosa di speciale. Un ragazzino che dominava il centrocampo con una personalità che si distingueva. Faceva sembrare tutto semplice. A un certo punto la sua squadra rimane in dieci e il tecnico lo abbassa come centrale di difesa. Fa benissimo anche lì. Allora torno in Italia e racconto tutto sia a Mancini che a Piero Ausilio. Gli dico che ne ho visto uno veramente forte, il nome è Rodrigo Bentancur e si può prendere a fronte di un investimento non troppo esoso”.

    Come andò a finire?
    “Per la società era un momento complicatissimo. Nel pieno dell’era Thohir e della stretta fortissima del fair play finanziario. Anche piccoli investimenti sembravano montagne da scalare. Da quella partita in verità tornai con due segnalazioni, l’altro calciatore era Palacios, di cui sentirete parlare sempre di più”.

    Cos’ha rappresentato per lei l’Inter?
    “La possibilità che aspettavo da tempo. Avevo conosciuto tutto delle categorie inferiori ma volevo aprirmi al mondo. Avvertivo l’esigenza di studiare nuovi profili, volevo in qualche modo rompere gli argini e Ausilio me ne ha dato modo”.

    Quell’Ausilio che non ha mai preso bene il suo passaggio al Milan.
    “È una cosa che ancora adesso mi provoca dispiacere. Piero è una persona cui ho voluto e voglio un gran bene. A lui devo molto, un uomo con valori che condivido, un professionista serio”.

    Non avete mai chiarito?
    “Mai per come avrei voluto. Ci siamo incrociati in occasione di qualche derby ripromettendoci una cena che per mille motivi diversi non si è mai svolta. Ma prima o poi accadrà, magari al termine di questo brutto periodo che stiamo vivendo”.

    All’Inter aveva costruito un gran rapporto anche con Roberto Mancini, come ce lo descrive?
    “Un uomo di una classe incredibile, sotto tutti i punti di vista. Ricordo che ad Appiano era consuetudine girare in tenuta sportiva, ma mentre noi comuni mortali potevamo apparire dei pezzenti, lui, che pure indossava la stessa e identica tuta, pareva sfoggiasse abiti sartoriali. Non me ne sono mai fatto una ragione. Mancini è incredibile nel modo di porsi, nell’impostazione del lavoro. È nato per vincere e non ha paura del fallimento. Ascoltatelo nelle interviste, è diverso dagli altri. Gli allenatori mettono le mani avanti dicendo che l’erba del vicino è sempre più verde, che il lavoro degli altri è partito prima, che bisogna costruire. Le inventano tutte per togliersi di dosso responsabilità che poi la stampa potrebbe fargli pagare. Mancini invece se ne frega, anche da ct, lui gioca l’Europeo e si presenta per vincerlo. Solo chi è grande come lui non si cura di certi rischi”.

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  10. CONTINUA

    Tantissimi anni fa ci incontrammo quando Mancini era ancora allenatore dell’Inter e mi prospettò per lui un gran futuro da commissario tecnico, ci aveva visto lungo.
    “Non era difficile, ha una grandissima predisposizione al talento. Lo riconosce, lo annusa e lo porta in superficie. Sa mettere insieme quelli che giocano bene al pallone e soprattutto sa correggere i giovani che sbagliano. Sa insegnare e i calciatori lo ascoltano perché prima di diventare professionisti guardavano i video dei suoi gol a bocca aperta. Ha credibilità”.

    Come si è fatto apprezzare da lui?
    “Mancini ascolta, è aperto al dialogo e apprezza chi con umiltà espone i propri punti di vista senza pensare al rischio che potrebbe comportare l’esposizione di idee diverse. Abbiamo parlato tanto di calcio, di calciatori, di idee. Poi anche quell’esperienza incredibile in ritiro”.

    La famosa discesa a piedi?
    “Si, eravamo a Brunico e insieme alla squadra abbiamo deciso di andare a mangiare a Plan De Corones, a oltre due mila metri di altezza. Un posto che raggiungemmo in funivia. Al termine del pranzo sentivo di essere eccessivamente pieno e scherzando dissi al Mancio che sarei tornato a piedi tra i sentieri del monte, gli chiesi se se la sentisse di accompagnarmi, ma ero ironico. Prese la palla al balzo e mi disse che a metà percorso avrebbero dovuto mandare un elicottero a soccorrermi. Nacque una scommessa, la gente del posto cercava di scoraggiarci dicendoci che avremmo rischiato di perderci, ma ormai entrambi volevamo vincere la scommessa e nessuno aveva voglia di tirarsi indietro. Ci mettemmo quasi cinque ore per scendere, eravamo in quattro, io Mancini e due collaboratori. Arrivammo distrutti e il ginocchio del mister iniziò a gonfiarsi. Fece tutto il ritiro con una vistosa benda e spesso i medici dovevano aspirare il liquido con delle siringhe. Tornato a Milano si fece operare”.

    Se Mancini non fosse andato via dall’Inter lei avrebbe accettato il Milan?
    “Non è semplice rispondere a questa domanda ma forse la sua scelta ha in qualche modo influenzato la mia. Il Milan rappresentava comunque un’esperienza da vivere, passavo da capo scout alla gestione tecnica di una società. Ho scelto anche rischiando, perché dopo aver lasciato l’Inter ho atteso per mesi un closing che a un certo punto sembrava destinato a non realizzarsi”.

    Tutti ricordano i suoi conflitti con Raiola, adesso com’è il vostro rapporto?
    “Raiola sa che ho giocato le uniche carte a mia disposizione per riuscire a fare il bene della società per cui lavoravo. Chi adesso opera nel Milan può rendersi conto di quanto complicato sia rinnovare il contratto di Donnarumma, mentre io sono andato via lasciandolo a tre anni dalla scadenza. Un’operazione che oggi sembra irripetibile”.

    Sorpreso dell’esplosione di Locatelli?
    “No, non lo sono per niente. Diventerà un centrocampista da Juve, tant’è che io avevo già trovato un accordo col Sassuolo e con Carnevali per il suo passaggio in neroverde, ma avevo chiesto la clausola di recompra, e su quella base avevamo raggiunto un accordo”.

    Le andrebbe di fare un gioco di previsioni?
    ”È pericoloso, ma va bene”.

    Le faccio il nome di sei talenti giovani, lei deve dirmi quale tra questi farà più strada.
    “Sono pronto”.

    Locatelli, Esposito, Chiesa, Castrovilli, Tonali, Bastoni.
    “Prima mi conceda di dire che sono tutti calciatori fantastici, che insieme fanno parte del patrimonio del calcio italiano. Fatta la doverosa premessa, se proprio devo fare un nome faccio quello di Tonali. Se chiudo gli occhi e immagino il futuro, è l’unico che vedo giocare senza alcun problema in squadre come Real e Barcellona. Tonali è un perno, uno su cui fondare il futuro, lo metti a centrocampo e sei coperto per tantissimi anni”.

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  11. CONTINUA

    Mentre si è fatto un’idea sulle difficoltà di Eriksen?
    “Per me è un calciatore formidabile, un trequartista come ne esistono pochi in circolazione. Può giocare anche da interno di centrocampo ma a patto che accanto a lui ci siano calciatori che possano bilanciare la squadra. Detto questo, non devo insegnare nulla a Conte, che reputo uno degli allenatori più intelligenti e preparati al mondo. Dicono sia integralista, ma lui partiva da idee tattiche diverse, io lo ricordo il suo 4-2-4 e ricordo anche quando modificò la Juve in funzione di Pirlo. Per questo non mi sorprenderei nel vedergli cambiare modulo anche all’Inter. Anche perché credo che lì il problema sia diverso”.

    Ovvero?
    “La difesa. Se vuoi giocare a tre, a turno, uno dei due laterali deve dare appoggio al centrocampo e né Skriniar né Godin sanno interpretare questo tipo di ruolo. Non ce l’hanno nelle caratteristiche. Bastoni un po’ di più, ma anche lui non è abbastanza pronto. L’unico a proprio agio è de Vrij al centro, ma gli altri si perdono e per questo motivo credo che alla fine si possa andare verso altre soluzioni”.

    Lei ha lavorato anche con altri tecnici che hanno utilizzato la difesa a tre.
    “Si, l’hanno fatta sia Mazzarri che Montella. Il modulo migliore è sempre quello che si adatta alle caratteristiche dei calciatori da mandare in campo, è quella la base da cui partire. Si parte dai calciatori”.

    A proposito, oggi anche i calciatori sono cambiati.
    “I calciatori sono aziende e rispetto a prima hanno più difficoltà a vedersi come parte di un gruppo. Guardano al singolo, danno importanza a cose che sono di cornice al calcio ma che possono garantirgli altri profitti. I social, gli sponsor… Arrivano all’allenamento con il cellulare e le cuffie nelle orecchie e si siedono a tavola nel medesimo modo. Sono atteggiamenti che io non ho mai tollerato, bisogna essere bravi a trovare ragazzi diversi che sappiano trainare il gruppo anche con gli esempi del giusto comportamento. Conte all’Inter lavora così, è un martello. Al centro c’è il calcio e guai a pensare ad altro. Tutto ciò che non è campo è distrazione e le distrazioni non portano al successo. Il resto deve essere una conseguenza del calcio e non il contrario”.

    C’è un calciatore che l’ha colpita con qualche discorso?
    “Vi svelo una cosa mai detta a nessuno. Quando lavoravo per il Milan andai a Barcellona, ai tempi Rakitic stava parlando di rinnovo con Il suo club e io volevo capire se avesse intenzione di valutare anche altre piste. Arrivammo a casa sua in auto e dal garage prendemmo un’ascensore che ci portò all’appartamento. Era entusiasta, mi disse che se non avesse proseguito col Barcellona avrebbe seriamente preso in considerazione il nostro progetto. Quel dialogo mi segnò, avevo di fronte un campione che in testa non aveva altro che il calcio. Indirizzava ogni singola scelta quotidiana alla sua carriera, dal cibo al riposo, dal tempo libero agli allenamenti. Un uomo e un calciatore pazzesco”.

    Siamo giunti al termine dell’intervista.
    “È stato un piacere”.

    Anche per me. Adesso ho spento il registratore, me li dice quei calciatori da andare a vedere?
    “Ci ho pensato mentre rispondevo a tutte queste domande. Forse è meglio di no”.

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  12. Milik fa sempre gol quando gioca. Il nuovo allenatore gioca con 2 punte,milik rebic sarebbe una bella coppia. Ci vorrebbe qualcuno al posto di quel cesso turco. Ibra avrà 40 anni nel 2021.

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  13. Dalla Spagna: Inter, il Barcellona segue Barella. È l'alternativa a Fabian Ruiz
    2
    del 03 aprile 2020 alle 17:00
    33

    e lautaro skrinià bastoni sensi esposito
    e per fortuna che ci sono loro, i sinobluneri, a strapparmi una risata in questi giorni tristi.
    grazieInda

    non l'avevo detto ma adesso lo dico. eriksen è il pacco più grosso. ancora e molto più grosso di godin.
    e si sapeva, lo sapevano tutti. e più di tutti quelli che facevano girare falsi numeri e false statistiche su di lui.
    ma cosa c'è che non sia falso nella sinoInda?
    che inculata gli hanno tirato allo Sgorbietto Escaped.

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  14. E invece di Milik sarebbe meglio Mertens...

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  15. da Libero.
    ecco perchè dopo i primi strilli (tutta colpa di berlusconi! berlusconi s'è pappato tutti i soldi dei posti letto!) è calato tutto questo silenzio sulla faccenda

    Coronavirus, i soldi per gli ospedali li hanno usati tutti per i migranti
    04 aprile 2020

    Saranno volgari, i conti della serva, ma sono sempre l' antidoto migliore ai raggiri dell' ideologia. Del resto, cari compagni, è una metodologia che dovrebbe piacervi, visto che Lenin sosteneva come a socialismo instaurato anche una cuoca potesse amministrare il bilancio dello Stato.
    Ecco, cosa noterebbe la cuoca di Lenin di questi tempi, col Coronavirus che ammazza tanti, troppi italiani (nonostante il premier con la pochette a febbraio assicurasse che «è tutto sotto controllo», siamo purtroppo il Paese col maggior numero di morti)? Anzitutto, un' evidenza numerica alla voce entrate/uscite, che oggi assume i connotati dell' oscenità morale. Riassumiamola, nella sua innegabile brutalità. Risorse sottratte al Sistema Sanitario Nazionale negli ultimi 10 anni: 37 miliardi di euro. Il dato è contenuto in un rapporto pubblicato a fine 2019 dall' Osservatorio Gimbe, una fondazione indipendente che promuove la formazione e la ricerca in ambito sanitario.

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    1. In particolare, si tratta tra il 2010 e il 2015 di 25 miliardi di tagli previsti dalle varie manovre finanziarie (quasi sempre varate da governi non eletti dal popolo, e quindi forse non così preoccupati dalle sorti del medesimo, ci avete fatto caso?), e tra il 2015 e il 2019 di 12 miliardi di "definanziamento" alle Asl rispetto ai livelli programmati, in nome di obiettivi di finanza pubblica quasi sempre stilati col righello da quattro burocrati in qualche stanza di Bruxelles.
      Fuori, nell' Italia devastata dal Coronavirus, si scopre tutta la (mancata) consistenza di quei 37 miliardi nelle drammatiche carenze di posti letto, respiratori, personale medico e infermieristico, in quei non-luoghi che si spalancano perfino nelle regioni virtuose e all' avanguardia sanitaria (figuratevi cosa succederebbe se, Dio non voglia, la pandemia aggredisse massicciamente il Meridione). Morale: uno Stato malato di spesa pubblica clientelare e improduttiva, tagliava in uno dei pochi settori in cui uno Stato civile non dovrebbe tagliare (o comunque non col machete indifferenziato ed eterodiretto dall' EuroSoviet), predisponendo la prateria per la macabra cavalcata del virus.

      Slogan sfortunato - Secondo dato che balzerebbe all' occhio della suddetta cuoca: i quattrini sborsati dall' Italia per la "gestione dei flussi migratori" (eufemismo per indicare il foraggiamento dell' invasione incontrollata dal Nordafrica, che piaccia o meno solo Salvini ha provato a frenare nel suo anno al Viminale).
      La fonte è il Documento Programmatico di Bilancio del 2017, che conteneva una stima della spesa sostenuta per la crisi immigrati: dagli 827,8 milioni di euro spesi (al netto dei contributi Ue) nel 2011, si è passati ai 4,2 miliardi del 2017.
      Il totale di quegli anni ammonta a oltre 15 miliardi di euro.
      A questi vanno aggiunti tra i 4,5 e i 4,9 miliardi contabilizzati per il 2018.
      Sul 2019 i dati non sono disponibili, visto che la parola "migranti" è molto opportunamente scomparsa dal Def del 2020, caso mai a qualcuno venga in mente che il governo utilizzi il ricavato delle nostre tasse per incrementare il traffico di esseri umani, più che le terapie intensive degli ospedali italiani.
      In ogni caso, già solo le cifre riscontrabili (poi ci sarebbe tutto il gineprario dei sussidi camuffati qua e là nelle varie leggi di bilancio alle cooperative dell' accoglienza, ma sorvoliamo per residua carità di patria) parlano di 20 miliardi.
      Destinati alla gestione e al mantenimento dei migranti, nello stesso periodo storico in cui si martoriava il Sistema Sanitario Nazionale.
      Ce n' è abbastanza per riprendere uno sfortunato slogan di Sardine, pidioti, pentecatti e compagni assortiti, "il vero virus è il razzismo", ma cambiandolo di segno.
      Il vero virus della classe dirigente repubblicana degli ultimi dieci anni è stato il razzismo verso gli italiani.
      Visti sempre come materiale di scarto, vuoto a perdere, ultimi nella gerarchia chic della solidarietà. È il virus che ha preparato la strada al Corona, e che in città come Bergamo o Piacenza potete rintracciare nelle bare che tracimano ovunque.
      Qualcuno, prima o poi, dovrà pur essere chiamato a risponderne.

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    2. un commento da Marca
      JuanmaCRRR

      #24803/04/2020 12:55
      @chicho_terremoto #231 Ya ya, esa es la teoría. Pero a estos comunistas, como siempre han hecho, lo que le interesa es crear un suelo de subvencionados pobres, los cuales "dependen de ellos" Eso ya lo tenían, pero con esta crisis.. van a haber dos millones más de personas. Tienen a todas las televisiones, 24 horas al día, defendiendoles, creando opinión a favor del frente popular, haciendo publicidad. Esto lleva se está convirtiendo en una dictadura tipo Cuba o Corea del Norte o la antigua URSS pero a una velocidad de no creer Yo no lo veo tan fácil parar esto.

      con questi delinquenti, riciclati e sopravvissuti nelle più varie forme, si torna sempre a quello che voleva Marx (ne IL Capitale e altrove nei suoi scritti): I poveri devono restare tali e tanti e anzi moltiplicarsi, i proletari devono restare tali, guai a migliorarne le condizioni di lavoro e di vita, guai a liberare i bambini e le bambine dalla schiavitù del lavoro di fabbrica, eccetera. solo così il comunismo, la Dittatura (del proletariato ah ah ah ah!) vincerà.

      credo che odiatori dell'Italia come grillo, e criminali in libera uscita come zingaretti e soci in fondo se la stiano godendo abbastanza, pronti a tutto come sono, in particolare alle peggiori porcate. quando Renzi parla di ripartire al più presto lancia un grido d'allarme. lui che viene da quel mondo (ripugnante mondo), e ha saputo uscirne, lui sa bene di cosa si tratta.


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  16. @DAO,

    Tutto vero quanto dici, ma i l ns problema è non avere un CAPO ma uno vero che possa coordinare, decidere ecc.ecc.
    ci vorrebbe una rep. presidenziale ed un capo del governo con gli attributi.
    Da noi e tutto un casino, dobbiamo rimane in casa, ma prima le mascherine erano inutili ora indispensabili,
    dobbiamo restare ad almeno un metro ( sappiamo che è troppo poco),e nessuno lo risposta, hai visto che casino
    ai mercati rionali di ROMA E NAPOLI per giorni hanno fatto tutto il contrario della logica, e i bimbi che possono
    andare a fare un giretto, ma dove ma perchè?
    Ora sembrerebbe che il CORONA è nell'aria ( direi ovvio) se tu respiri ed io respiro, un altro centinaio reaspirano,
    prima il tutto si dissolva.........
    L'unica cosa che sanno fare sono le esortazioni....a noi, all'europa,ecc.
    ma vaffa... vaffa

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    1. se il virus svolazza nell'aria a bordo di particelle e microparticelle non c'è scampo per nessuno in nessun luogo mai perchè l'aria entra e gira dappertutto sempre. ma non credo che sia così, gli istituti più autorevoli lo negano. dovremmo vivere, giorno e notte, con le bombole d'ossigeno e le maschere dei sommozzatori. tanto vale seppellirci tutti subito, o murarci vivi ma in un ambiente sterilizzato ben bene.

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    2. su questo puoi leggere un buon articolo, molto critico e documentato su:
      Giap
      Sul terrore a mezzo stampa: ''Il virus è nell'aria', un titolo che farà molti danni.

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  17. bloooog di repubblica titola: Che fine ha fatto il Milan? eccetera.

    direi la fine di tutte quante. in mare aperto e in alto mare.
    in più s'è liberato dell'equivoco dirigenziale bandiere, dilettanti presuntuosi e arroganti allo sbaraglio.
    si libera di 3 inutili o dannosi e costosi, il numero21, jack, biglia.
    gli resta il peso abnorme del gigio, un anno ancora di sangue rossonero al vampiro rajola. sperando che se lo porti via anche subito.
    direi che siamo messi anche meglio di altre che hanno investito molto, senza nessun risultato, nel momento 'sbagliato'.
    anzi, nel nostro caso direi che la situazione così eccezionale per tutti ha contribuito a svelenire il clima interno e a sgonfiare molte polemiche che, nella loro ridicolaggine pompata dalla stampa carogna e canaglia (non mi riferisco a bloooog) ci sarebbero state.
    forse a bloooog non se ne rendono conto? molte cose, molte attività, sociali, economiche, politiche, culturali, ripartono quando ripartono da zero, compreso il calcio e i suoi protagonisti. molte dovranno reinventarsi, credo tra queste il calcio.

    passando alle cose serie. leggo anche (cacciari nella sua bella intervista su dagospia) che a differenza di tante altre nazioni la cina può buttare sul mercato, finanza, produzione, consumi, triliardi e triliardi per riprendersi e riprendersi alla svelta dalla crisi epidemica.
    non sarei così sicuro. se ricordo bene le loro grandi banche prima della crisi galleggiavano in un mare di debiti. la cina è 'la fabbrica del mondo'? e dunque la più esposta, la più vulnerabile, alle conseguenze della crisi.
    nè credo che la vendita di mascherine (209mln e rotti incassano dall'italia per ora, i 'donatori' cinesi) risolverà i loro problemi.

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  18. Constatare che questo blog è diventato lo spazio personale di Dao, un livoroso prolisso che ammorba l'aria come e più del coronavirus, lascia sconcertati tutti coloro che frequentavo questo stesso blog, quando c'era pluralismo e si interloquiva di sport, politica e sociale senza avere l'ossessione che sembra avere il bimbominkia testé citato, nei confronti dei : cinesi, dell'Inter e della Juve.
    Ovviamente io non leggo una riga di ciò che scrive questo soggetto, però ammetto che mi spiace dover constatare che il 90% dei commenti sono del bimbominkia, che di fatto monopolizza il blog.
    Ma andare a fare in culo, no ????? Fare altro, no ?

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    1. Hai ragione. E' diventato insopportabile. Non ti nascondo che all'inizio, quando ancora il blog era vivibile, lo trovavo, a tratti, anche divertente, ma ora sta esagerando. Io qualche buon consiglio su cosa fare d'altro glielo ho pure dato...

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  19. Anch'io, all'inizio, lo leggevo così come facevo con i commenti di tutti Voi. Poi, ad certa, non so per quale ragione, ancorché a quale titolo, si è autoproclamato tuttologo e grillo parlante ed ha iniziato a scassarci i maroni con monologhi sempre più lunghi, noiosi e stucchevoli. Le sue intemerate contro i cinesi, i bluneri e i gobbi, sembrano vomito acido e livoroso tipico dei bimbiminkia.
    Per Dao
    leggi un bel libro, guarda un bel film, naviga sui siti porno free, fatti un solitario, al limite una sega, ma non scassare la minchia a noi con i tuoi inutili e noiosi commenti. Grazie

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