Rimarrà?

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Continua a parlare sulla permanenza del mister.
Considerando che il non-del-tutto-presidente l'ha scaricato da mesi, significa che dal primo maggio prende in mano la società da solo, in attesa dei nuovi soci, e che può fare quello che vuole?
Confermare Pippo "abbiamo fatto una buona gara" Inzaghi ci sembra troppo!

41 commenti:

  1. Il feudalesimo, detto anche "rete vassalla",[1] era un sistema politico e sociale; si affermò nell'Europa occidentale con l'Impero carolingio (IX secolo),[2] fino alla nascita dei primi Stati nazionali. In senso sociale ed economico fu un'evoluzione della società curtense.
    Il sistema feudale trasse le sue origini da due tradizioni antiche e simili - quella germanica dei fedeli che contornavano il capo e quella romana dei clienti dell'amministratore delle province - che si erano incontrate nei regni romano-barbarici.[1] L'uso del capo barbaro di circondarsi di fedeli, già testimoniato da Tacito, aveva avuto un chiaro sviluppo nell'età merovingia, quando intorno alla figura del re s'era formato un gruppo di guerrieri scelti (trustis) che gli prestava il servizio militare e che per questo si collocava su un piano più alto nella scala sociale:[1] chi feriva o uccideva uno di loro pagava un indennizzo, il guidrigildo, triplo rispetto al normale. Gli elementi del rapporto feudale presero forma già quando i guerrieri della trustis cominciarono a ricevere dal re non soltanto protezione ma anche beni in cambio del loro servizio armato.
    Feudalesimo medievale

    Tra IX e X secolo l'Europa, che aveva conosciuto un momento di prosperità durante la nascita dell'impero carolingio, era presto ripiombata nell'insicurezza e nella difficoltà indotta dalla mancanza di un potere centrale, causata da una vera e propria destrutturazione dell'organizzazione regia carolingia, senza garanzia della salvaguardia dei cittadini, il tutto aggravato dalle nuove incursioni di Normanni, Saraceni e Ungari.

    In questo contesto nacque "dal basso" la richiesta di nuove strutture di potere che andassero a colmare spontaneamente quei vuoti di potere deferiti dalla lontana monarchia imperiale. Ne nacque così il fenomeno dell'incastellamento,[2] con la costruzione di insediamenti fortificati da cinte murarie, dove era presente la dimora del signore locale ("mastio", "cassero" o torre), i magazzini delle derrate alimentari, degli strumenti di lavoro e delle armi, le abitazioni del personale e, attorno ad esso, le varie unità insediative e produttive. Le persone che gravitavano attorno al castello erano tutte legate da precisi rapporti di dipendenza al signore. La "castellania" era la circoscrizione attorno al castello, che si inquadrava a sua volta in unità giuridiche più vaste. Almeno in via teorica esisteva un sistema gerarchico piramidale che si ricollegava ai pubblici ufficiali che possedevano una signoria (duchi, marchesi e conti), che a loro volta dipendevano dal sovrano. Nella pratica sopravviveva anche la libertà personale e la proprietà privata diretta (l'"allodio"), anche se i liberi proprietari erano spesso portati a rinunciare al loro stato di rischiosa libertà in cambio di protezione.

    Nell'847 il capitolare di Meerssen invitava gli uomini liberi a scegliersi un capo tra gli uomini più potenti del territorio e mettersi sotto la sua protezione; e nel X secolo anche una norma del diritto anglosassone sanciva che l'uomo privo di un signore, se la famiglia non lo riconosceva come suo membro, era equiparato ad un fuorilegge. Questo provvedimento va inquadrato anche nel progetto di smilitarizzazione dei ceti più bassi. Nel mondo germanico infatti l'uomo libero era sinonimo di guerriero, per cui il diritto di possedere le armi, anche tra i più semplici contadini, era sinonimo di libertà e di rango. Con l'affinamento delle tecniche militari si procedette alla smilitarizzazione dei liberi di più bassa estrazione, obbligandoli a porsi sotto la protezione (e il controllo) dei "seniores".

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  2. La roadia, o roatia, o arrobadia, è un obbligo a fornire una o più prestazioni lavorative agricole in favore di qualcuno. L'istituto ebbe diffusione in Sardegna (secondo il Lamarmora principalmente in Marmilla[1]), ove fu introdotto durante il dominio aragonese. Le prestazioni erano in genere dovute al feudatario, ma lo stesso termine è usato per prestazioni dovute a enti anche collettivi, e più in genere Arrigo Solmi le definisce "prestazioni di lavoro agrario dovute dai sudditi al pubblico potere"[2], mentre per gli aragonesi corrispondevano ad un servicio personal.

    La roadia era inclusa fra i diritti reali connessi agli immobili[3], segnatamente ai terreni agricoli ed in particolare per identificare quelle prestazioni dovute per l'uso del terreno in cui si coltivassero cereali. La ratio del tributo era infatti la remunerazione della concessione in uso del terreno da parte del proprietario (in genere un feudatario).

    Roadie erano previste in ragione di una ogni data parte di prodotto agricolo che il coltivatore ricavasse per sé nelle terre assegnate; vi era quindi una somiglianza con la decima, sebbene questa fosse attribuita in forma quasi esclusivamente pecuniaria, ma più precisa è l'affinità con la corvée. La prestazione poteva essere richiesta in occasione di grandi lavori in cui occorrevano masse organizzate di contadini (ad esempio per semine[3], arature, messature, etc.). Francesco Gandini[4] ne dà in verità una definizione un po' diversa, attribuendo il termine direttamente ad un terreno appartenente ad un'amministrazione (quindi forse un terreno ademprivile) sul quale si effettuassero operazioni collettive di interesse generale. Tra le definizioni eccentriche, c'è anche quella di Smyth[5] che, nel pieno tumulto causato dall'editto delle chiudende, lo definisce "atto volontario dei villici".

    Il prodotto delle lavorazioni, talvolta detto anch'esso roadia, era trattenuto dal soggetto titolato a ricevere la prestazione, quindi ad esempio, nel caso di prestazioni di messatura fornite a comuni, il comune riteneva come sua proprietà quanto messato e lo conferiva al monte nummario[6].

    L'obbligo poteva essere convertito in prestazione pecuniaria sia nel caso di impossibilità ad adempiervi del soggetto passivo, sia nel caso che il beneficiario della prestazione non avesse terre da coltivare o non volesse coltivarne.

    Circa l'etimologia del termine, Max Leopold Wagner suggerisce sia da ascriversi al latino medievale "rogativa", a sua volta da "corrogata (opera)", da cui verrebbe anche il francese "corvée".

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  3. nuovo post critica, nuovo post resettare tutto e che non se ne parli più

    la cimice saltante del madagascar

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  4. persino il sito rifiuta una roba del genere, in automatico. ma era uno scherzo dai. basta non gioco più.

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  5. 500mila cinesi marciano su milanello? ne faremo sushi e polpette. giannino meani ruju ordine pippo, l'ora del vostro sacrificio supremo scocca. siete voi pronti a gettare le vostre inutili servili squallide disgustose vite nel fuoco purificatore del mio progetto milan, dite, lo siete voi?
    nessun risponde, l'eco sola di 5 peti lontani a me giunge, snifo? non giunge più

    il gran marescialloG

    suma! cosa fai mi mandi i lanci sbagliati? fuori tempo, fuori gioco fuori tutto, suma! hanno ragione quelli di milanaids, su-ma-ro. il mondo cambia il milan si tinge di giallo e tu sei sempre il solito su-ma-ro!

    marco poloG

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  6. Cari fratelli, da oltre un mese mi trovo all'estero per motivi di lavoro, ed a causa del fuso orario vi leggo quando da Voi è già notte fonda (e quindi ogni mio commento sarebbe superfluo e fuori tempo).
    Ma oggi non posso: mi è appena arrivato un sms di un amico con scritto "Galliani vuole conferemare il bresaola...", quindi ho acceso il PC per comunicarvi tutto il mio sdegno e dirvi RESISTETE, RESISTETE, RESISTETE!
    VOI siete il Milan, non questa dirigenza di merda, e se il Milan salverà la sua faccia lo deve solo a VOI!!!!

    Vi stimo
    Veneto RossoNero

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    1. Ciao Veneto, anke se fuori tempo apprezzo i tuoi commenti.
      Aulus Hirtius

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    2. Proprio ieri mi ero chiesto come mai avessi interrotto i tuoi commenti che sono conforto per tutti di noi. Un abbraccio e buon lavoro.
      Vale

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  7. Si è tenuto ieri sera, presso lo showroom della Technogym in via Durini 1 a Milano, l'evento nel quale uno dei partner tecnici del Milan ha presentato alcune sue nuove creature. Tra gli ospiti vi erano Giacomo Bonaventura, il cestista Daniel Hackett, Demetrio Albertini e altri personaggi dello sport e dello spettacolo. Ovviamente era presente anche Adriano Galliani che ha posato con il CEO dell'Inter, Michael Bolingbroke in una foto che lo ritrare insieme ad Alessandro Nerio, boss di Technogym. Il derby inizia in... palestra.


    gli altri cambiano i dirigenti noi abbiamo sempre e solo sto coso

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  8. Il commento numero uno e due sono la sintesi del nulla.
    Parole, parole, parole cantava Mina. Mettetevi in testa che finchè Berlusconi non sarà sicuro che il Milan va in mano a gente seria e con voglia di riportarlo ai fasti che le competono, non lo mollerà mai, e questo lo fa solo per AMORE di questa squadra.
    MEGLIO DECIMI CHE IN MANO A DEI FILIBUSTIERI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Dario Baldassoni

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    1. ahahahahahahahaha....i filibustieri sono già dentro

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    2. Quindi volevi dire meglio decimi con la nuova proprietà (qualunque essa sia) che con quelli di adesso.
      Vale

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    3. Il Milan?
      Ci sono cose più importanti...
      L'amore di SB ah ah ah ah
      Aulus Hirtius

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    4. L'Amore con le puttane?
      Ci sono cose più appaganti ....
      fare beneficenza alle escort.

      Vale

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  9. CHI E' ?????????????????????????????????????????????????????????????

    Prodotto del vivaio napoletano (insieme a Ferrara, Baiano ed altri), si affaccia in prima squadra nella stagione Serie A 1981-1982: l'esordio è datato 21 marzo 1982, contro il Torino Calcio, a 17 anni non ancora compiuti. A partire dalla stagione 1984-1985 si ritaglia stabilmente un posto in prima squadra, collezionando 17 presenze in quella stagione e 20 in quella successiva. A causa di un grave infortunio[2], salta per intero la stagione 1986-1987, in cui il Napoli conquista il suo primo scudetto e una Coppa Italia. Proprio in Coppa colleziona l'unica presenza stagionale, contro il Bologna[2].
    Nel campionato successivo viene ceduto in prestito all'Ascoli. Con i marchigiani è titolare e realizza anche il primo gol in Serie A contro il Torino il 29 settembre 1987. Rientrato a Napoli, viene impiegato con continuità nella stagione 1988-1989, in cui i partenopei arrivano secondi in campionato e conquistano la Coppa UEFA. Al termine della stagione viene ceduto al Lecce nella trattativa che ha portato Marco Baroni al Napoli[3]; con i salentini disputa due campionati di Serie A e uno di Serie B, nel quale gioca solamente 14 partite a causa di un nuovo infortunio.[senza fonte]
    Nel novembre 1992 passa al Piacenza[4], sempre in Serie B. Con gli emiliani conquista la promozione in Serie A e viene riconfermato per il campionato successivo, alternandosi nel ruolo di terzino sinistro con Massimo Brioschi[5]. Nel 1994 scende in Serie C1, all'Avellino, con cui conquista la promozione in Serie B vincendo i playoff. Conclude la carriera al Nola, sempre in Serie C1.
    In carriera ha totalizzato complessivamente 178 presenze e 4 reti in Serie A e 37 presenze ed una rete in Serie B.
    Allenatore
    Cessata l'attività agonistica, allena dal 2002 al 2004 i Giovanissimi del Napoli negli anni a cavallo del fallimento.[6] e la Berretti nella stagione 2004/2005[6], passando poi all'incarico di osservatore e responsabile delle giovanili[6].
    Per la stagione 2009-2010 viene chiamato sulla panchina del Neapolis Mugnano[6]. Già a settembre, viene affiancato sulla panchina da Ezio Castellucci[7].
    Dall'agosto 2013 allena la formazione Juniores della Turris[8]. Nell'estate successiva passa alla Gladiator, con le mansioni di direttore sportivo[9] e successivamente subentra all'allenatore Giovanni Galdo sulla panchina del club[10]. Lascia ufficialmente il club il 7 aprile 2015, salvo poi rientrarvi tre giorni dopo.

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  10. Tornando alle ipotesi inverosimili paventate nel topic precedente, all'incirca un anno fa dissi ad un amico che il Gobbani e Paolillo avrebbero provato a fondere le due milanesi. D'altronde Paolillo stesso non ne fece mistero: Intervenuto durante il Workshop Live promosso da SportItalia, Ernesto Paolillo ha parlato dell’importanza del possedere stadi di proprietà per le società: “Lo stadio di proprietà servirebbe a tutti i club, non solo alle grandi squadre. Un impianto che vive sette giorni su sette diventa un paese dei balocchi per le società. Lo stadio ideale? A Milano, per esempio, non andrei oltre una capienza di 50-60 mila persone. Una fusione fra Milan e Inter per vere una super squadra? In Italia non siamo ancora pronti, ma la fusione è una pista praticabile. Penso che sia meglio avere una squadra molto competitiva che due meno competitive”.
    Ovviamente per raggiungere la fusione bisognerebbe convincere i tifosi. E quale migliore strategia che quella di ridurre le milanesi a delle pseudo provinciali?

    Fantacalcio. E assai prematuro. Ma il mondo in Italia sta cambiando velocemente e non in meglio.
    Italiansharp

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    1. ma tanto gobbani mica tifa milan a quello frega solo tenersi la poltrona per fare il cazzone davanti le telecamere

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    2. Perchè non ci fondiamo con il Napoli?

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    3. Che intuizione geniale ItalianSharp! Che lungimiranza! Che capacità di analisi! Chapeau!

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  11. Non ho problemi ad essere preso per il culo, ma ho molti problemi verso i codardi che si nascondono. Firmati invece di scrivere due righe e scappare via.
    ItalianSharp

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  12. però il toy sgubb a qualcosa è servito. ha stanato il rappresentante della tifoseria madridista. com'è che venite quatti quatti a leggere questo blog del povero piccolo diavolo? è da molto che lo fate? e quante volte?
    vi decidete sì o no a liberare il nostro ancelotti? ne abbiamo urgente bisogno.

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    1. Una volta eravate la nostra bestia nera, ora siete un povero diablo ma... meglio tenervi d'occhio...

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    2. Scusate la firma
      Tifoso Blancos

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    3. dovevate portarvi avanti col compitino cèmpion prima che spuntasse il milan di b. ricordo certe finali perse, certe partite perse assurdamente, con uno squadrone fortissimo. assurdamente cioè, troppa sicumera, troppo orgoglio, boria? avete recuperato un po' poi, spinti dalla fifa. ho visto vecchi tifosi madridisti e castigliani dei più fieri sbiancare in volto davanti a me, solo a dire: Milan.

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  13. dite la verità c'eravate cascati in tanti. a un certo punto c'ero cascato perfino io.. altro che mentana e la berlinguer.
    vai che domani la ritroviamo in prima pagina sulla gazzapink

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    1. ??????????????????????????????????????????????????????????

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    2. Scusate la firma
      Tifoso Blancos

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  14. Ma VITO È SPARITO?

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  15. Mamma mia ha ragione Darione, che blog di troll e falsi insider che è questo.
    Non sapete una mazza, datevi all'Ippica.
    FATTUCCHIERE FOREVER
    Crisalide 84

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  16. Crisalide 84 OUT
    Dario Baldassoni OUT
    Paul 84 OUT
    Fattucchio OUT

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  17. ECCO IL SOLITO REGALINO ALLA JUVE....A MONTECARLO NE PRENDONO 3

    MILANISTA DISPERATO

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  18. MILANISTA DISPERATO l'arbitro era Marotta che guardava con l'occhio che guarda avanti

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  19. L 'oculista di MAROTTA e'Marty Feldman Ahahahah

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  20. Crisalide ke l'EBOLA TI COLGA

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  21. Un grande abbraccio ai fratelli ROSSONERI NON PREZZOLATI DI QUESTO BLOG

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  22. MA QUELLI RUBANO SEMPRE !!!! ORA ANCHE IN EUROPA!?!?
    Vale

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    1. esatto....ma in semifinale finirà la corsa. non vedo analogie con l'inter del triplete,che era due spanne sopra a questa juve,soprattutto nei singoli

      MILANISTA DISPERATO

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  23. Chi ancora segue assiduamente questa farsa chiamata calcio, chi ancora spende soldi con abbonamenti alle pay tv, fa il gioco e finanza quelle merde bianconere. Fiero di non sganciare più un euro dal 2006.

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