Parte da qui una nuova rubrica di questo blog, destinata a far discutere un po' i milanisti intorno a un tema: la prossima stagione.
Abbiamo, francamente, l'imbarazzo della scelta su chi darà il via alle cessioni, ma un nome è sbucato prepotentemente.
Sono post da tifosi, non tecnici, e devono essere presi per quello che sono.
Avremmo potuto parlare dell'allenatore, di quello che alza un po' il gomito, del difensore "sòla" e di molti altri.
Non pretendiamo 11 Gattuso, gente che infortunata bussa quotidianamente alla porte di Milanello per rientrare in gruppo.
Forse in questa stagione quello che manca è proprio lui e il suo spirito.
Partiamo da un campione: Clarence Seedorf.
Lo vogliamo lasciare andare, ringraziandolo per quanto ha fatto in passato, perché oggi è un giocatore irritante ed irriconoscibile.
Emblematico l'infortunio contro il Werder per spiegare il personaggio che ora è un po' arrogante e presuntuoso: si può litigare in campo con i compagni e allenatore e, una volta deciso che deve arretrare, infortunarsi e uscire dal campo? Ma che insegnamento dà una persona del genere ai giovani appassionati di calcio?
Il ragazzo è intelligente, ma non può vivere di rendita perché nel calcio non si vive mai di rendita, piuttosto di rendimento.
Il ragazzo, si diceva, sta spaccando lo spogliatoio, qualcuno arriva persino a dire che è lui che fa la formazione e ovviamente si "mette sempre in campo".
Lui non torna, lui non dà la maglia numero 10, lui non è disposto a fare panchina.
Lui.
Ebbene, caro Clarence, è giunta l'ora di salutarci, senza rancore e senza fischi o esultanze folli negli spogliatoi dopo un gol trovato.
Il calcio è prima di tutto rispetto.
Noi forse non avremo sempre rispettato te e il tuo gioco in questo ultimo periodo, tu hai tutte le ragioni di sfogarti, ma il Milan deve guardare avanti e noi tifosi non vediamo un futuro insieme a te.
Grazie di cuore per tutto quello che hai fatto e che, probabilmente, potresti ancora fare.
Clarence: milanista a vita.
Ciao Clarence.