Un Gilan al giorno

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Stasera Albertone Gilardino sarà protagonista del "Giorno del Gila", a Cossato, vicino Biella, cittadina che lo festeggerà dandogli la cittadinanza onoraria.
Complimenti, Gilan

.. e poi dritto fino al mattino

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Lo ammettiamo, il cammino dell'organico a noi piace.
Non siamo sempre stati sostenitori della linea gallianesca degli ultimi anni, tutta champions e giocatori affermati, perché siamo consapevoli che i risultati che abbiamo ottenuto in questi anni sono frutto delle due campagne di rafforzamento condotte alla fine del secolo scorso e che hanno portato all'affermazione di Gattuso, Ambrosini, Schevchenko.
Gente che non aveva vinto nulla e a cui si e' data fiducia.
Anche Kakà, in seguito, è stato preso scommettendo sulla sua capacità di migliorare e inserirsi nel nostro contesto.
Insomma, le squadre vincenti si costruiscono come il pane: facendo lievitare assieme buoni ingredienti.
Ora abbiamo preso Bonera, Foggia, Gourcouff.
Manca il quarto per fare la pagnottona. Ma forse ce l'abbiamo in casa: un portiere che ha contribuito al miracolo Ascoli e che se gli si da fiducia, come solo i coraggiosi sanno dare fiducia, potrebbe farci risparmiare anche gran soldoni che, tutto sommato, per Buffon sarebbero sprecati.
C'è chi dice Torres. Il ragazzo ha sicuramente voglia di far parte di un gruppo vincente. Ma, ci chiediamo, ha la testa giusta per dare, oltre che per prendere?

E SEMPRE FORZA MILAN

Un paio di acquisti

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Non chiediamo altro a questa dirigenza, se non un paio di acquisti di un certo peso.
I soldi in cassa ci sono: vediamo di spenderli bene.

Crvena Zvezda

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Chissà se i grandi saggi dell'Europa ci giudicheranno meritevoli di prendere parte al circo della champions.
Dubitiamo. Non è che abbiamo proprio tutte le carte in regola, sportivamente ed economicamente parlando.
Non riusciamo a essere in linea con le due squadre italiane che vi partecipano di diritto: non abbiamo falsificato passaporti e schierato giocatori che non potevano giocare, non abbiamo fatto ricorso a sconti di bilancio del 60% dell'ultima ora profferti gentilmente da vecchi amici, non abbiamo regalato Rolex d'oro alle giacchette nere (noti taroccatori di partite), non abbiamo frodato lo Stato e poi patteggiato di pagare tasse e contributi con rateizzazione ventennale.
Eh si, siamo proprio indietro.
E poi siamo dei lamentosi: ci lamentiamo, oltretutto per telefono di guardalinee ciechi e chiediamo di averne dotati di vista.
No, non siamo proprio degni di partecipare a questa rimpatriata con la Stella Rossa.

Lo scudetto dell'onestà

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Ieri sera alle 8 e mezza in una strada milanese due macchine strombazzano. È di poco prima la notizia dell'assegnazione dello scudetto alla prima squadra che capita.
Contestualmente sulla Rai danno la partita del prestigioso trofeo Alto Adige.
Inquadratura sulla panchina: con Mancini e di fianco Oriali, cioè uno condannato dal tribunale penale a 6 mesi di reclusione con la condizionale per aver falsificato passaporti di tesserati.
Di sottofondo la voce di Civoli che dice: questo e' lo scudetto dell'onestà.

Lo sport spiegato ai bambini

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Come fai a spiegare a un bambino che si affaccia al calcio quello che accade? Ha già provato, sulla sua pelle, le partite manipolate dagli arbitri contro una squadra che doveva piazzare un piccolino al Milan o all'inter.
Adesso scopre che si possono vincere gli scudetti a tavolino (ma perché non festeggiano? - si chiede), di squadre retrocesse, di giocatori che prendono una testata e che poi prendono anche due giornate di squalifica.
Spero che non si trovi a scoprire che per giocare le coppe europee serve il passaporto di onestà, perché se è questo è lo sport, forse qualcosa non funziona.
A tutti i livelli e in ogni nazione.

I rispettosi

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Prima delle nove di ieri sera e tutto un "le sentenze si rispettano, se ricorri al Tar non sei uno sportivo, lasciate che i giudici giudichino".
Ora, quelli che le sentenze si rispettano, eccoli qua: Reds infuriato, Borrelli che si chiede "e io che ci sto a fare qua", la pubblicistica varia che ventila "eccessive pressioni difensive", che grida allo scandalo, al paese alle vongole e via discorrendo.
Se ne ricava che il giudice va rispettato a patto che olii bene la ghigliottina e la faccia funzionare, altrimenti no.
Detto dagli stessi propugnatori del metodo inquisitorio, in un Paese che ha eliminato il termine "inquisito" dai codici del diritto una ventina d'anni fa.
Il punto è questo: lo hanno tolto dai codici, ma non dalla testa delle persone. Anzi, continuano a conculcarglielo. E poi strepitano quando qualcuno non fa quello che gli dicono.
Anche per questo: lotta durissima.
Contro tutti.
A cominciare dal Real per finire con chi conta veramente molto meno, ma te lo incontri due volte all'anno e ti bastano due cross di Serginho per sistemare la faccenda.

E SEMPRE FORZA MILAN

Quest'indulto pallonaro

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Diciamolo apertamente: questa sentenza lascia uno strano retrogusto in bocca.
I tifosi di tre squadre plaudono, la rosea ha come sempre anticipato tutti di un giorno e non si sono levate alzate di scudi di sorta.
Qui non c'è di mezzo il tifo, è il modo con cui da noi si usa la giustizia e di come la giustizia in questo paese funziona.
Non si capiscono, di questa sentenza, troppe cose.
La prima è la squalifica dei campi: ma come, i tifosi hanno subito lo scandalo fatto dalle società, vengono penalizzati? Ma la squalifica del campo è stata introdotta per punire i tifosi e le società per colpa dei primi.
La differenza tra il Milan e lazio e fiorentina è minima: perché.
Dalla sentenza precedente si evince che una non chiara intenzione di fermare il Meani il Milan meritava 15 punti di penalizzazione e una purga europea (ricordiamo che è per errore che scattava l'Uefa), mentre ben altre erano le interferenze delle altre due società. Una partita di differenza con la lazio è davvero un insulto all'intelligenza degli italiani (quanto le dichiarazioni di Cannavaro, il "nemico" del brindellone).
Se i reati ci sono stati e sono stati appurati, cosa che per quanto riguarda il Milan non ci sembra il caso, ma si tratta della nostra opinione, ci devono essere delle pene certe.
Guido Rossi era considerato "l'uomo giusto al posto giusto" ma, in tre mesi e in un mondiale, qualcosa è cambiato. Carraro, sempre leggendo la sentenza, si trova a pagare 80.000 euro e si becca una diffida. Se vogliamo dirlo, Carraro è ben più implicato del Milan e di Galliani nella fattispecie.
Ci infastidisce, obiettivamente, sentire dall'avvocato che probabilmente non farà ricorso per il Milan, come se la Champions ci appagasse: o siamo puliti e siamo stati ingiustamente accusati o siamo colpevoli. Qui c'è il problema e non scioglie il dubbio per i tifosi e nell'opinione pubblica.
O si è prosciolti per non aver commesso il fatto, o si è colpevoli. Questa sentenza sembra un sistema per colpire il presidente, perché a noi 8 punti ci fanno un baffo e la Champions è da sempre il nostro principale obiettivo (forse perché si sapeva che i campionato si giocava ad handicap).
Nei giorni scorsi, da questo blog abbiamo difeso Materazzi, e oggi faremo un passo successivo.
Infatti, Critica Rossonera chiede con forza che alla Lega vada un uomo di calcio, un uomo di sport. Molti parlano di Facchetti che, motivi personali a parte che lo tengono un po' in disparte, non sarebbe male. Ma ci sono persone che probabilmente meritano di più e che non hanno telefonate sospette e probabilmente qualche fidejussione in meno.
Pensiamo a Collina, per esempio, o un De Sisti. O un Pescante, anche se oggi è in Forza Italia, ma certamente uomo di sport e di spessore internazionale che può fare qualcosa di buono per questo calcio e dare una risposta forte a queste società, indebitate con il fisco, per esempio, in modo inopportuno.
Questa della Corte Federale rimarrà nella storia come una sentenza morale, cosa che non ha precedenti in questo paese.
Come mai i giornali che invocavano la forca prima dei processi, hanno tentato di infangare, per non dir di peggio, tutto e tutti, oggi sono indulgenti?
Da tutto sporco a ottimismo diffuso.
Dai giornali di oggi si ricava l'incarto dei pesci di domani.
Che tristezza per il mondo del calcio e per il giornalismo.
Se mancano gli arbitri, manca il sistema. E gli arbitri sono usciti puliti. Dov'è il sistema ci si chiedeva alla prima sentenza, fatta da personaggi lontani dal calcio.
Le moviole taroccate sono, in fondo, una gran cazzata. E la taroccavano in TV per richiederla a bordo campo. Questo è il problema del calcio?
A noi resta un retro gusto in bocca.
Abbiamo mangiato un frutto troppo maturo, forse qualcuno lo definirebbe marcio e ci è rimasto un retro gusto molto, ma molto, amaro.
Resta sconfitto, comunque, il partito dell'amnistia, o dell'amnesia.

Pochissimo

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Ci vuole veramente poco: bastano nove punti per batterli.
Basta un Serginho neanche troppo in forma, a mezzo servizio.
Ci vuole veramente poco per far star zitti gli Elii Corni che applaudono ironicamente a Sandulli, dato che loro, da bravi "onesti" e "retti" volevano che fosse agitata la scure. Poverini, ora sono delusi, col sorrisetto malvagio a mezza bocca, che non gli va ne avanti ne indietro.
Basta veramente poco.
È quasi fin troppo facile.

E SEMPRE FORZA MILAN

Ceausescu

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Prendiamo da Repubblica:
"Se qualsiasi tesserato avrà sospetti, o sentirà puzza di bruciato, è pregato di rivolgersi immediatamente alla procura federale: questa la disposizione del commissario Guido Rossi per la prossima stagione. Sarà poi Stefano Palazzi a valutare la segnalazione e decidere quindi se archiviare o se passare la pratica all'Ufficio Indagini. In futuro, tutti dovranno stare con le antenne dritte: non sono più concesse omesse denunce, peggio ancora omertà."

Si apre, quindi, l'UDU, Ufficio Delazioni e Unzioni. Si invita esplicitamente alla spifferata, cioè si moltiplicano le fanterie. Il teorema é: "diventa anche tu ispettore federale. Basta poco: orecchie dritte, un po' di immaginazione e una telefonata a Roma. Un lavoro assicurato".
Esattamente come in Romania ai "bei tempi andati" della Securitate. Abituato a costruire contropoteri che poi diventano Potere, Reds usa lo schema della delazione attiva, sotto il mantello ipocrita della giustizia, che tale non è.

Per quelli che...

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Per quelli che ...
... hanno il passaporto in regola per lo scudetto...
... hanno il passaporto di onesti sempre valido ...
... lanciano razzi sulle spalle di Dida in mondovisione ...
... gettano un cinquantino dalla curva per dimostrare l'attaccamento alla squadra ...
... sono nel CdA di Telecom e ma che non sanno delle intercettazioni ...
... per quelli che "quest'anno è l'anno buono" ...
... per quelli che "il male della squadra è il presidente" ...
è arrivato il momento magico:

lo scudetto a luglio/agosto!

Festeggiate e brindate, l'onore l'avete perso da tempo, la dignità se n'è andata con Prisco.
Siete sempre la seconda squadra di Milano. Dalla nascita, dalla nostra serie B doppia, dove non avete vinto niente e vinceva la Juve (sarà stato Moggi?).

Auguri, da quelli che sono stati "cornuti e mazziati" in questa vicenda talmente assurda che, se non ci fosse stato di mezzo il nostro presidente, ci vedeva riconosciuti due scudetti (e tre derby) vinti sul campo.

Mettete le bandiere alla finestra: dopo anni la naftalina diventa letale!
Però avete dimostrato una cosa importante:
perdenti si è sempre, vincenti si diventa a tavolino.

Come faceva a non sapere

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Una cosa in più: dal bilancio ufficiale Telecom Italia, si evince che oltre all'AD, c'è un personaggino, tale Moratti Massimo nel CDA.
Che ovviamente non sapeva che Telecom faceva delle intercettazioni.
Il pdf si scarica da questo link, pagina 3 (nel pdf, nel testo pagina 2).
C'è gente interessante, per esempio, a pagina 127 compare insieme a Giovanni Consorte (dice niente). Poi c'è Gilberto Benetton, dice niente con Reds?
Andiamo avanti?
Non c'è niente di male, per carità. Ma aiuta a capire tante cose...

Dedicato

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Decicato a tutti quelli (e ce ne sono) che non pensano che il tronchetto non sapesse. Sapeva eccome. E sapendo lui, sapevano i suoi amici e gli amici degli amici.
Ossia: il business delle intercettazioni che fa business e genera scudetti..
(preso da Dagospia che ha preso da La Stampa).
Per chi ha la forza di leggerselo tutto, in fondo c'e' la rivelazione.

Paolo Colonnello su La Stampa

Nel suo album dei ricordi c’è una vecchia foto: una squadretta di calcio dei primi anni 80, che posa sorridente su un campetto spelacchiato. Ad osservarla bene si ritrovano magistrati oggi diventati famosi, cancellieri, segretari: insomma il nucleo storico della Procura della Repubblica di Milano. Accosciato tra due pm, quasi al centro della foto, c’è un «esterno», anche lui in maglietta e pantaloncini: gli occhi limpidi, i capelli scuri. Tra tante celebrità inquirenti che si ritrovano in quello scatto, sarà lui l’uomo destinato a diventare quasi un’icona di questi anni orwelliani del Grande Fratello: è Giuliano Tavaroli, 46 anni, ligure, fino a pochi mesi fa mega boss della sicurezza Telecom e custode dei segreti delle intercettazioni in Italia. All’epoca un semplice brigadiere (nome in codice «Tavola») dell’Anticrimine di Milano, specializzato nella caccia ai brigatisti rossi, con tanta voglia di emergere. Oggi un indagato di quella stessa Procura con cui giocava a pallone.

La sua carriera è segnata da un importante incontro, quello con Marco Mancini, bolognese, classe 1960, che all’epoca di quell’immagine era un semplice sottufficiale dei carabinieri come lui. I due, insieme e separatamente, faranno molta strada. Vent’anni dopo quella foto, infatti, Mancini diventerà il controverso capo del controspionaggio del Sismi, mentre Tavaroli lo si ritrova come personaggio chiave di quel mondo delicato e oscuro che si muove tra sicurezza, intercettazioni, indagini pubbliche e private. I loro nomi s’incrociano nelle più importanti inchieste degli ultimi mesi insieme a quello di un terzo amico ed ex commilitone: il 45enne fiorentino Emanuele Cipriani, fino all’anno scorso capo della società Polis d’Istinto, un’agenzia d’investigazioni private con appalti soprattutto dalla Telecom per almeno 11 milioni di euro che sono stati versati su un conto inglese. Tavaroli, Mancini, Cipriani: un terzetto con cui non scherzare.

Ma è Tavaroli che piano piano, prima in Pirelli e poi, dal 2001 in Telecom come uomo di fiducia di Marco Tronchetti Provera, raccoglie intorno a sè il controllo del gigantesco apparato di ascolto elettronico in grado di spiare - ufficialmente solo dietro autorizzazione della magistratura, ufficiosamente (come si è scoperto) anche dietro lauti compensi - le chiacchiere di milioni di italiani al telefono.

E quando partono le prime indagini sugli ambienti dei «private eyes», il suo nome spunta come un fungo in ogni affare delicato: dallo spionaggio illegale del gruppo di Storace ai danni dei politici avversari, al rapimento di Abu Omar, dalle vicende del commissario Parmalat Bondi allo scandalo del calcio. Tutte storie che sembrano confluire in un’unica «grande madre», l’inchiesta finora più misteriosa, quella che va sotto il nome generico di «Telecom» e procede con ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali per l’acquisizione d’informazioni coperte da privacy. Si dice che sarà questa indagine, ormai vicino alla scadenza, il prossimo capitolo bollente di questa estate da spioni.

Il titolare del fascicolo, il pm Fabio Napoleone, sta tentando da mesi di scoprire il bandolo di una matassa che sembra estendere i suoi tentacoli in ogni direzione e che finora ha rivelato soprattutto l’esistenza di un sistema di potere fatto di indagini abusive, rapporti sotterranei tra settori di Telecom e i servizi segreti e d’intercettazioni in vendita al miglior offerente. Sullo sfondo l’ipotesi di una centrale di spionaggio nata all’interno di Telecom per scopi di sicurezza industriale e sfuggita al controllo dei suoi vertici, diventata un centro di potere con potenzialità di ricatto enormi.

Non si è ancora spiegata, ad esempio, la scoperta di Radar, un sistema informatico (trovato a seguito di un’indagine interna di Telecom), nato per risalire ad eventuali frodi ma rivelatosi in realtà un sofisticato mezzo che permette di accedere alle banche dati delle telefonate senza lasciare tracce. Chi lo può avere utilizzato e per quali scopi? Il tutto converge in un retroscena rivelato da un dvd ritrovato negli uffici di Cipriani, tutt’ora all’esame degli esperti informatici della Procura, che raccoglieva centinaia di migliaia di files molti dei quali relativi a dossier su politici, magistrati, giornalisti, finanzieri, uomini di spettacolo.

Un’inchiesta talmente delicata e piena di risvolti oscuri da aver forse sconvolto, sebbene ne fosse totalmente estraneo, anche un personaggio probo e riservato come Adamo Bove, l’ex poliziotto cacciatore di latitanti diventato poi responsabile della funzione Security governance di Tim che l’altro ieri si è gettato da un ponte della tangenziale di Napoli. Sulla sua morte la Procura di Napoli adesso indaga con un’ipotesi di istigazione al suicidio: un altro dei gialli di cui è punteggiata questa vicenda in cui s’incrociano inconfessati interessi politici.

Il «caso Storace» in questo senso è emblematico: gli avversari dell’ex presidente della Regione Lazio, spiati, fatti oggetto di dossier pesanti (fino alla falsificazione di firme elettorali), da un gruppo di detective privati assoldati dai collaboratori dell’ex ministro di An. Tra le vittime Alessandra Mussolini, Piero Marrazzo e l’attuale ministro allo Sport, Giovanna Melandri. A far scoprire lo scandalo, ancora una volta, l’inchiesta milanese che indaga su Tavaroli e Cipriani.

Si ritrova il nome di Tavaroli anche nell’inchiesta sul sequestro di Abu Omar, seguita non a caso passo a passo dal pm Napoleone: tra le ipotesi d’accusa dei magistrati c’è il fatto che qualche giorno dopo il sequestro del presunto terrorista egiziano qualcuno chiese al gruppo di Tavaroli di controllare il traffico telefonico di quindici membri della comunità islamica. Una richiesta che non arrivò da un canale ufficiale.

Tavaroli è poi chiamato in causa dall’ex capocentro del Sismi di Milano, Stefano D’Ambrosio: «Quando arrivai a Milano ebbi la precisa indicazione dal generale Pignero di andare a trovare il Tavaroli che mi trattò con una certa sufficienza...». Ma per i magistrati il ruolo di Tavaroli nel Sismi sarebbe più «organico»: rimane da chiarire infatti chi riforniva lo spione di via Nazionale, Pio Pompa, uomo fidato di Pollari, di una quantità incredibile d’informazioni.

Infine lo zampino di Tavaroli, questa volta insieme a quello di Cipriani, spunta anche nell’inchiesta su calciopoli. Per un piccolo episodio, ma assai significativo: un dossier raccolto sull’arbitro De Santis dopo un’inquietante chiacchierata tra il presidente neroazzurro Giacinto Facchetti e un’altra giacchetta nera, Danilo Nucini. È quest’ultimo a rivelare a Facchetti quanto due anni dopo scoperchierà l’inchiesta napoletana. Anche in questo caso il duo Tavaroli-Cipriani si mette in moto. Il dossier su De Santis verrà ritrovato tra i files sospetti del dvd di Cipriani.

L’ultimo episodio che coinvolge i due vecchi amici riguarda una «presunta» microspia che viene ritrovata sull’auto di Enrico Bondi, all’epoca amministratore di Telecom, nel 2001: a bonificare il mezzo ci pensano i soliti Tavaroli e Cipriani. Ma la «cimice» si rivelerà un telefonino Motorola smontato. Il pm Nobili archivierà l’inchiesta sostenendo che l’apparecchio non serviva a registrare ma andava inquadrato in «una simulazione predisposta a fini intimidatori». Da quel momento Tavaroli conquisterà la piena fiducia di Tronchetti Provera assumendo il controllo del Cnag, fino ad allora alle dipendenze dell’ufficio legale di Telecom, ovvero dell’ufficio da cui dipendono tutte le intercettazioni in Italia.

Sotto tono

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Arriviamo da stagioni in cui le maglie venivano presentate a New York.
In passato ci sono stati elicotteri, palasport e tanto "cinema" per l'avvio di stagione.
Quest'anno tutto avviene in sordina. Proclami, come sempre, e tanta rabbia dentro.
E noi restiamo in attesa di almeno tre rinforzi di livello. Altrimenti i risultati sono dei sogni.
E si parla di Materazzi anche a Milanello, perché quelli della Fifa sono mai entrata in un bar a giocare a carte? Che cosa insegnamo ai ragazzi su tutti i campi?

Piazza Scala

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Preti, gente normale, bambini e i fumogeni e gli striscioni delle brigate.
Il popolo rossonero c'era.
Non in tanti, ma ce n'erano molti.
Poi in via Turati, sfogando le corde vocali in via Manzoni, tra i turisti che uscivano da Montenapoleone.


Cempionslig

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Il salumiere e il randellone di centrocampo a Madrid, a colmare le uniche vere lacune dei merengue.
Oggi Zambrotta e Thuram al Barca.
Sheva a Londra.
Loro si prendono solo il perdentone svedese.
Siamo sicuri che tutto quello che hanno patrocinato, favorito, spifferato, sobillato, alla fine non gli si rigiri contro e le mani sulla coppa con le orecchie non riescono ancora a metterle?

Un po' di ordine

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E non Franco, dopo il capolavoro di attacco del suo articolo di ieri.
Un po' di ordine in questo blog, visto il numero di ultimi arrivati.
Si chiama critica rossonera, non a caso, e non ha lesinato attacchi duri a dirigenza e conduzione tecnica.
E poi l'ironia qui è di casa, non è necessario prendersi troppo sul serio.
Abbiamo preso in giro per primi il conteggio dei goal alla fine della semifinale di champions, cerchiamo di dire delle cose che non si leggono da tutte le parte, poi c'è la volontà di far riflettere.
Tutto qui.
Oggi raduno rossonero.
Che vuol essere una festa: nessun blocco dei treni, nessun casino.
Una festa di tifosi rossoneri che vogliono essere vicini alla squadra, ai colori.

Guarda le
Guarda le
Guarda le bandiere
Guido Rossi sono ROSSONERE!

I predatori degli scudetti perduti

// 28 commenti
Martedì scudetto all'inter.
Ce la faranno i disonorati a mettere lo scudetto sulle casacche. Eccome.
Rossi ha in testa il piano, la scusa è l'Uefa.
Toglieranno dai cassetti le bandiere impolverate e quelle nuove nuove del 5 maggio.
Bravi. Ce l'avete fatta.
Già conosciuti come i disonorati e i perdenti, ora è necessario trovare un altro appellativo: i predatori degli scudetti perduti.

Giovedì Raduno

// 22 commenti
Giovedì è preannunciato il raduno pacifico dei tifosi milanisti.
Ci associamo, ma andiamoci con la bandiere!
Adesso chiediamo rinforzi seri per il Milan, e chi non vuole restare può andarsene. Senza andare a imparare l'inglese per i figli.
L'Uefa direbbe inter, secondo la rosea. Ma non chiede informazioni sulle richieste di arbitri per le coppe europee? Ah, ma questa notizia non la danno.
Strano.
Effettivamente i disonorati vantano grandi rapporti in Europa: basta vedere le quattro giornate di squalifica!

IO NON SONO INTERISTA

Mettete questo slogan ovunque, contro i moralizzatori da quattro soldi, o 24 mila euro (la pena di Oriali e Recoba).
E qual è il nuovo format del campionato a cui sta pensando Rossi, stiamo già pensando di tornare indietro, aumentare le promozioni e retrocessioni?
Una nota: come mai non si parla di radiazioni nella sentenza Caf: curioso per gente che vuol fare piazza pulita, ripulire il calcio, reputato marcio, pensando che tra qualche anno possano ritornare fuori. Complimenti.

Guarda le
Guarda le
Guarda le bandiere
Guido Rossi sono ROSSONERE!

Via Durini

// 4 commenti
Moggi parla di come mai il giornale partecipato da un ex azionista dell'inter abbia potuto anticipare le sentenze Caf?
Parla anche di spionaggio industriale per spiegare le schede telefoniche. Si difendeva dal Milan?
Stracandido oggi parla di Moggi e Mazzini al servizio si Galliani e della Lega.
Allo stesso tempo, lo stesso giornale mette zizzania tra Milan e Pirlo, tra Milan e Kakà (smentita ufficiale di oggi pomeriggio).
Saranno casi, e così sarà, ma gratta gratta e ci vedi del marcio.

Moggi e Repubblica

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Prendiamo spunto da quanto ha scritto, in un commento, Roberto, tenendo ben presente quanto abbiamo già scritto qui più volte e che dimostra che chi si dice onesto, era nel sistema alla grande. La fonte è repubblica.it. Chi parla è Luciano Moggi.
"Fatemi capire, Cannavò è stato per 18 anni il direttore della Gazzetta dello Sport e deve ancora capire? Penso che abbia capito benissimo. Quella sua rubrichetta serve solo per dimenticare e creare falsi bersagli. Parla di calcio pulito e tutta la spazzatura ce l'avrebbe messa Luciano Moggi. Fatemi capire, il passaporto falso di Recoba per cui l'Inter ha patteggiato, che cos'è? Qual è la sola società di serie A che ha cointeressenze con una di B? Non è l'Inter con lo Spezia? Fatemi capire, c'è differenza se Moggi va a cena da Bergamo con lo scudetto già in tasca e Giacinto Facchetti si attovaglia, con Bergamo, mentre l'Inter ancora lotta per un posto in Champions? Le fidejussioni false firmate da Giacinto Facchetti per la Reggina, non sono forse illeciti pieni? E allora perché la presunzione dell'illecito - cioè non il peccato, ma il solo pensiero del peccato - è sufficiente alla giustizia sportiva per condannare? Lo chiedo, badate, non per me, ma per un club come la Juventus condannato con quella penalizzazione in serie B. Io ho molti tifosi che mi chiamano e mi informano. Nel mondo dei tifosi ce n'è di tutti i tipi. C'è chi arriva a fatica a fine mese e, nonostante ciò, compra un biglietto di curva e chi invece bazzica il mondo della finanza e degli affari".

La primavera e l'Uefa Cup

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Le sentenze non si discutono, così si insegna.
Ammesso che siano eque e giuste.
Visto che la Caf ha sbagliato con i 44 punti di penalizzazione (sono 15 partite che da vinte diventano perse!), proponiamo di far giocare i ragazzi di Filippo Galli nella Uefa Cup, visto che è un qualcosa che tradizionalmente non ci appartiene.
Fanno esperienza, valorizziamo i giovani (Lino è già accasato) e noi puntiamo al campionato con la prima squadra.
Altra proposta: se il campionato 2004-5 è revocato, e il campionato 2005-6 non assegnato, si può fare in modo da revocare anche la Coppa Italia e non assegnarla quest'anno?

3 paginette su 154

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Il Milan ha 44 punti e 15 da scontare in 3 pagine di sentenza su 150 e passa.
Mah.

Missione possibile

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Bastano 16 punti per prendersi lo scudetto.
Per batterli è sufficiente Serginho.
Non vogliamo fare nemmeno l'Uefa: vogliamo passare le nostre settimane ad allenarci, in allegria, fra di noi, fra gente simpatica.
Non dobbiamo fare neanche ricorso, che vorrebbe dire riconoscere questo metodo immaginario di fare giustizia.
E li facciamo stare muti tutti, moralisti col passaporto falso.

E SEMPRE FORZA MILAN

A chi baro?

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Prima ancora che escano le sentenze, Mancini già le ha in tasca, le conosce. E dice, con uno slancio ideologico impareggiabile, che lo scudetto di due anni fa "non va assegnato, perché è passato troppo tempo. Quello di quest'anno, invece, ritengo che spetti all'Inter, perché in tutti gli sport, se uno vince barando, viene premiato chi si comporta in modo corretto, pur arrivando dietro".
Quindi, ci punisce per "fatti" avvenuti due anni fa ma rivendica il premio per quest'anno (perchè di giusto premio, quello che si deve ai collaborazionisti, si tratta)
Non riusciamo nemmeno a trovare lo spazio per inserire la parola "logica" in quello che dice.
Una cosa, pero', va detta: baro lo dici a qualcun altro. Magari a chi ha falsificato i passaporti.

La premonizione

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Questa la diciamo noi prima che qualcuno si vanti di averlo fatto e riempia di mail idiote conoscenti e amici.
Il nostro prossimo sponsor, Betandwin, il portale di scommesse online, ha deciso ier l'altro di cambiare il proprio nome, ritenendolo troppo lungo.
Da oggi si chiamerà Bwin. Praticamente, vinci B.
Non sappiamo se prenderlo come una maledizione o come un augurio.

E SEMPRE FORZA MILAN
// 2 commenti

Guarda guarda...

// 12 commenti
Un sospettino segnalatoci da Claudio.
Sempre meglio leggere i discorsi per intero, e non solamente gli stralci riportati dalle agenzie e dai giornali.
Leggendo interamente i testi delle difese degli avvocati del Milan e di Galliani, si scopre che (tra le altre cosine) vi è stato un clamoroso errore di trascrizione delle telefonate intercetatte alle utenze rossonere.
Casualmente sulla parte delle "alzate di bandierine" da parte dei guardalinee.
Naturalmente, in questo processo non è possibile ascoltare gli originali delle voci, e ci si basa sulle trascrizioni.
Sempre con questi personaggi (FSB, il suo braccio destro della Finanza e Reds), durante Mani Pulite nell'intercettazione di Pacini Battaglia (quello definito "un gradino sotto Dio), uscì la famosa frase su Di Pietro "quello mi ha sbancato", modificata poi in "quello mi ha sbiancato". Naturalmente era solo un modo gergale di eprimersi.... e gli hanno creduto!
Ma Galliani è uomo di Berlusconi e quindi "non poteva non sapere".
Oltre che aver taroccato le intercettazioni con abile "scrematura" del Tronchetto, non avranno anche modificato le trascrizioni?

La trascrizione dovrebbe essere sempre verificata ma, ricordiamolo, la telefonata per la giustizia sportiva fa fede, mentre per quella ordinaria non è proprio così.
A parte questo, nessun fax, nessun documento, nessun SMS. Niente.
Non è strano?

Ma che difesa è?

// 24 commenti
Prendiamo dall'Ansa.
A parte la dichiarazione su il precario Meani, fa acqua la linea difensiva.
''Ieri il difensore della Juventus vi ha detto che oggi la societa' bianconera e' diversa. Voglio dirvi che il Milan si presenta oggi davanti a voi uguale a come era ieri e, speriamo, anche domani'' cosi' l'avvocato De Luca. ''Saremo deferiti dalla vostra sentenza - ha aggiunto - ma siamo orgogliosi di essere il Milan''.
Adesso sistemiamo la questione Figc, poi veniamo al Milan.
Gli unici a essere orgogliosi siamo noi, sempre e comunque. Qualcosa da sistemare c'è, apprezziamo il Conte Carlo che ha detto che resta anche in B, ma la B non ci merita, non la meritiamo perché non meritiamo di finire nella stessa serie, inferiore alla A, di chi ha ottenuto dei vantaggi sportivi, economici e sociali.
Il Milan probabilmente deve ripartire da zero, più trasparenza (meno vice tutto, da vide presidente a vice direttore commerciale e via di seguito).
Il calcio così com'è, quello che ha tentato di avere un impianto simile allo sport professionistico americano, ha fallito ed è fallito.
Ripartiamo da zero.
Ripartiamo da Silvio, anche se a lui, probabilmente, una pena esemplare farebbe comodo.

I casi della vita

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Nella cordata Calderon, nuovo presidente del Real, c'è quel Baldini che aveva lavorato nella Roma dei Rolex e dei bilanci taroccati, a fianco di Capello (che non vede mai nulla), e che ha sputato veleno su Galliani e il Milan.
Sempre Calderon ha fatto la sua campagna elettorale dicendo che, in caso di vittoria, sarebbe arrivato Kakà, e per questo è stato denunciato due volte alla Uefa.
Con precisione (da cronometro svizzero) si ricompone l'accoppiata.

Reds e L'hippy

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Qualcuno nei commenti voleva saperne di più di Reds e la seconda squadra di Milano. L cosa divertente non è segnalare la sua presenza nel consigli d'amministrazione, ma quando c'è stato, ossia nell'epoca dell'attuale allenatore della nazionale. Ma perché mai non l'ha mai detto? Forse perché era rimasto soddisfatto della gestione o perché c'era già un problema Gea all'epoca?
Reds è uscito dal consiglio perché Moratti voleva quotare la squadra. Poi sappiamo tutti com'è andata a finire. Era un'epoca romantica, con tanto di Peppino Prisco che dava una nota di colore, Ronaldo e via di seguito.

Superare l'immaginazione

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Non saranno rose e fiori, si diceva, ma le richieste di Palazzi hanno superato l'immaginazione, con tanto di inedite richieste per la responsabilità oggettiva. Chi scrive questo? Ruggero Palombo sulla Rosea.
Ostellino, sul Corriere (anche questo non proprio amico) parla di gistizia tifosa di se stessa. Perchè? lo dice proprio, sempre sul Corriere Aldo Grasso: se si è innocenti lo si dimostri. Certo, ma si lascia il tempo, lo spazio e l'opportunità di farlo. La giustizia sportiva forse dimostra la sua faccia peggiore: non è giustizia perché ha canoni e regole (che si cambiano in corsa) tutte sue.
Un'altra cosa va detta: perché un doppio purgatorio per Lazio e Fiorentina (perché questo è nei fatti) e lasciare decidere a Reds (con quali criteri non si sa?) l'iscrizione ad un campionato di serie C alla Juve?
Vorremmo mica che le sentenze lascino la liceità a Reds di decidere, così si è trovato il modo per uscire dal pantano.
E i processi alle squadre "minori" del sistema Moggi?
Non è bello leggere che Berlusconi grida all'attacco politico, ma temiamo che questa faccenda, se spiegata in un certo modo all'opinione pubblica, insinui un vero dilemma politico: ma se gli fanno anche questa cosa qui, non è che aveva ragione anche prima?
Quel che non possono fare i tassisti e i farmacisti, potrà fare il calcio?
Siamo ancora in pieno periodo di "onnipotenza" del centro sinistra post sbornia elettorale?
Regole.
Questo chiediamo.
Se si è sbagliato si paghi.
Ma bisogna trovare l'errore e il danno/vantaggio. Teoremi e facili deduzioni non fanno una prova. Se no la Juve non avrebbe mai potuto giocare, dai tempi delle auto regalate agli arbitri, della sudditanza psicologica di Lo Bello, e dalle chiacchiere da bar di sempre.
Meditiamoci.

Gattuso Pallone d'ORO!

// 4 commenti
Tutto è racchiuso nel titolo!

PS Bisogna anche guardare avanti, non solo in basso!

Due cosine

// 1 commento
La prima è Forza Italia.
La seconda è una frase: Noi non vogliamo regali, ma solo assistenti che non sbagliano (Meani).
La terza è una notazione: Publitalia '80, concessionaria pubblicitaria del Gruppo Fininvest, diventerà il braccio commerciale dell'Inter Fc a partire dalla prossima stagione 2006/07.
La quarta: Il gruppo Mediaset è stato diffidato dall'Antitrust "dal porre in essere comportamenti abusivi nel mercato della raccolta pubblicitaria sul mezzo televisivo attraverso l'acquisizione dei diritti calcistici Tv (commissione Antitrust).
La quinta: Ma la differenza tra Milan e lazio e fiorentina, con vantaggi acclarati e documentati dalle telefonate avvallati dai fatti, è di 12 punti di penalizzazione?
La sesta: perché fsb non ha sentito Galliani e adesso si beccherebbe 2 anni di "squalifica"? Ma soprattutto, dove sono i CD masterizzati dal signor Afef delle chiamate di Galliani? Non diteci che usava l'alfabeto morse.
La settima: ma erano tutti analfabeti, non esiste un SMS o un'email... i matrimoni si "spaccano" per questo motivo...

Quei palazzacci

// 35 commenti
Lette le richieste dell'accusa di Palazzi appena formulate, si capisce tutto.
Fanno anche ridere: che significano quei tre punticini di penalizzazione da scontare in serie B? Sembra la punizione della mamma di Pierino..: "oggi non ti do la merenda".
Il contesto e' veramente da peracottai. La voglia di dire sempre e comunque "Solo Europa" e' tantissima, se non fosse che in Europa ci sono i figliastri di Blatter.
Riprendiamo, allora, ancora una volta uno spunto dal blog (Camillo) di Christian Rocca:

«chiediamoci come mai la pubblicistica italiana dica ogni abominio possibile sul potenziale conflitto di interessi di Adriano Galliani presidente di Lega e dirigente del Milan, ma non adoperi lo stesso criterio nei confronti di Guido Rossi, ex dirigente dell'Inter di Moratti dal 1995 al 1999, e di Gigi Agnolin appena nominato Commissario degli arbitri ed ex dirigente della Roma dal 1995 al 2000. E' giusto, corretto e lineare che i due plenipotenziari del nuovo calcio italiano che oggi risistemano i campionati e domani governeranno il pallone siano ex dirigenti e membri del Consiglio di amministrazione di due squadre di calcio inguiate condannate per altri scandali del sistema calcio su cui è stato fatto un bel colpo di spugna?"
Ossia, passaporti truccati e tasse non pagate.

Reds e il primo (secondo) grado

// 3 commenti
Non entriamo nel merito del processo in corso (nulla se non eccezioni finora).
Fa riflettere l'idea di far valere il primo grado di giudizio (di fatto il secondo) e non l'ultimo per l'Europa. E l'esito a finale avvenuta?
Ma il processo non sarebbe più che snello visto che Moggi, essendosi dimesso durante un'indagine, non potrà mai più essere tesserato e quindi si è autoradiato?




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