Complimenti alla roma: ci ha eguagliato!

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La roma domenica scorsa ha eguagliato il record del Milan di 11 vittorie consecutive in un campionato a girone unico. Un augurio a superarci e andare incontro al vero record assoluto domenica prossima è doveroso.

Un po' di sole

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Non siamo ancora usciti dal tunnel, non siamo continui lungo i novanta minuti, ma qualcosa si vede. Una squadra più compatta e tonica, sebbene qualche elemento abbia la necessità di rifiatare.
Pirlo, per esempio, ha una necessità folle di ricaricare le batterie, lo si vede benissimo.
Veniamo al nodo della questione: a cosa possiamo puntare con questa squadra?
Il passaggio di turno non è così scontato, anzi, con il centrocampo rabberciato faremo fatica, soprattutto in casa con una squadra che fa l'albero di natale.
Il secondo posto in campionato è alla nostra portata, soprattutto perché è necessario per peratire bene nella prossima stagione e il panorama è davvero desolante. Ci sono stati campionati vinti a 70 punti, qui mancano delle belle giornate a finirlo e la prima è già lì. C'è chi fa i record di vittorie consecutive, avvicinato da molti in questa stagione, e il divario tecnico è imbarazzante. Figuriamoci con la serie B.
Insomma, il Milan si sta dando una scrollata, ma è ancora ampiamente insufficiente anche se ieri un po' di gioco si è visto.
Non è tutto buoio nel nostro tunnel. Ma l'uscita non ci sembra vicina. Se non ci fosse stata la nazionale, questa settimana poteva essere impiegata per aggiustare qualcosina ancora. E riposarsi.
Perché dopo i tedeschi, andiamo a visitare i gobbi.

Di ritorno

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Che cosa abbiamo visto ieri? Una partita a due facce. Prima un Milan svogliato, stanco, con un centrocampo statico e quasi inesistente.
Nel secondo tempo un Milan tonico, rinfrancato, più attento e concentrato, che ha di fatto buttato al vento l'occasione di chiudere la qualificazione già a Monaco.
Da rellegrarsi: abbiamo messo in campo un po' di grinta e abbiamo cercato di esprimere il nostro gioco (secondo tempo) in un campo che ha sempre visto, nel corso di questa stagione, vedere sconfitti tutti gli sfidanti dei bavaresi. Un buon kakà e un ottimo Kaladze, di gran lunga il migliore in campo. Il Conte ha ridisegnato la squadra all'intervallo, è riuscito a dare un senso a una partita in cui eravamo mosci.
Da preoccuparsi: nella fase difensiva dormiamo. Abbiamo preso un goal su di un lancio da oltre la metà campo respinto al limite dell'area da Gilan di testa e raccolto da un Ballack tutto solo, che ha avuto il tempo di fare cinque passi, mirare e inventare un tiro pazzesco. Poi abbiamo rischiato, come sempre, di prendere il secondo goal subito. Segnale di mancata attenzione, visto che è un episodio che si ripete spesso nella storia di questa squadra. Nesta, Pirlo e il nervosissimo Gattuso hanno giocato molto sotto le aspettative, anche se Ringhio era l'unico che a centrocampo chiudeva, ma ha anche fatto un gesto, quello di tuffarsi, che non è proprio nelle sue corde e non lo avremo a S. Siro. Al Conte ricordiamo una cosa: Zoff fu costretto alle dimissioni dalle dichiarazioni del Berlusca che voleva che fosse marcato l'unico giocatore avversario che faceva la differenza (Zidane).
Qui c'era solo Ballack.

Forza vecchio cuore rossonero!

A che punto siamo?

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Questo blog non ha lesinato critiche al Conte. Critiche che lo hanno svegliato dal torpore in panca e a Milanello e che hanno colpito l'orgoglio del gruppo (lo sappiamo per certo).
Il Milan ha gli stessi punti dello scorso anno, in cui non abbiamo vinto nulla, per cui non c'è molto da rallegrarsi.
Detto questo, ora si va a in Germania a lottare, a metterci il cuore, a metterci il gioco.
Con fiducia nei nostri mezzi (la discesa di Clarenzio ci ha dato speranza), un Riccardino in ripresa (anche se un po' stizzito), e un minimo di gioco. In avanti stiamo benino, cosa che può servire soprattutto in trasferta e abbiamo 15 giorni poi per raddrizzare la difesa. Se ne avremo la possibilità.
Adesso siamo alla resa dei conti. Siamo sul punto in cui il Milan inizia a fare il Milan.

Forza vecchio cuore rossonero.

Risate

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Ma ci pensate se anche per andare a S.Siro si dovra' fare cosi'?
(e mi sa che allo zio Fester il modello piaccia molto...)

E SEMPRE FORZA MILAN

MONACO - Il comunicato ufficiale del Bayern Monaco che, attraverso il sito del Milan, la società tedesca rende noto a tutti i tifosi rossoneri.

BENVENUTI ALL’ ALLIANZ ARENA
Cari tifosi Milanisti, l’FC Bayern è lieto di darvi il suo caloroso benvenuto alla partita di Champions League FC Bayern – Milan AC del 21 febbraio 2006.
Ecco qui di seguito alcune informazioni logistiche ed il regolamento in vigore presso l’Allianz Arena, del quale l’FC Bayern e la Polizia Tedesca intendono mettervi a conoscenza.

LO STADIO
Ai tifosi Milanisti è riservato l’ingresso Nord dell’ Allianz Arena. All’ entrata ogni ospite sarà perquisito dai nostri stewards.
Chi non accetterà di farsi sottoporre ai controlli di sicurezza, o all’ accertamento dello stato di alcolemia, non potrà essere ammesso allo Stadio.
I settori riservati per i tifosi Milanisti sono al 3° anello, dal 340 al 346 per ogni acquisto nell’Arena (bevande) bisogna procurarsi l’ ARENA CARD. Queste card
(acquistabili in tagli da 10, 20 o 50 Euro) sono vendute alle casse dell’ ingresso nord oppure all’interno dello Stadio dal personale con giacca arancione.
L' importo non-consumato di ogni ARENA CARD potrà essere rimborsato a fine gara, ma esclusivamente alle casse del settore nord.

DIVIETI
L’ eventuale condanna per uno dei reati sottoelencati comporta il divieto di accesso agli impianti sportivi per tutte le partite future ed anche per tutte le gare dei Mondiali Germania 2006. L’ Allianz Arena è soggetta a controllo audiovisivo, sia all’ interno, che all’ esterno dell’ impianto
sportivo.

E’ assolutamente proibito:
scavalcare le recinzioni, i separatori ed i tornelli; stare in piedi sui seggiolini; fare ogni azione che possa danneggiare persone o cose, in particolare, il lancio di oggetti; introdurre e/o utilizzare materiale esploviso, petardi o fumogeni; invadere il campo di gioco ed entrare in aree proibite; la distruzione, il dannegiamento, il deturpamento o l’ uso non autorizzato di edifici, strutture o altre attrezzature, pubbliche o private; accedere allo Stadio in stato di ebbrezza; fare cori, esporre immagini o scritte razziste; ogni altra azione che, a giudizio del personale di sicurezza, possa essere creare fastidio o pericolo.

E’ assolutamente proibito introdurre:
armi da fuoco, coltelli, forbici, veleni, sostanze nocive ed infiammabili, droghe, esplosivi, fumogeni, mortaretti, fuochi artificiali, polvere da sparo o altre sostanze pericolose; pietre, bottiglie, cibi, bibite, lattine, sostante congelate, ed ogni altro oggetto idoneo ad essere lanciato; armi, bastoni, martelli, cacciaviti, catene ecc. ombrelli, caschi da motociclista ecc.

Mascotte

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La genialità dei disegantori della Warner, ha detto l'Adrianone.
Stiamo parlando dei tizi deli Looney Tunes, di Bugs Bunny, di Scooby Doo, degli Animaniacs, di Harry Potter, di gatto Silvestro, ...
Per noi questi geni fanno Milanello.
La tristezza continua qui: Si pensa che la mascotte rappresenterà il 50% del fatturato del merchandising futuro dei prodotti che ha in licenza la Warner Bros, ha proseguito il nostro manager.
Warner ha dichiarato: l’idea della mascotte era che fosse moderna ma anche che rispettasse la tradizione del Milan. Doveva essere dinamica, con la voglia di vincere e fare gol. Orgogliosa e forte, con il viso determinato e grintoso. Non doveva essere un disegno statico, piuttosto una mascotte che potesse prendere vita.
Abbiamo già nostalgia di Dudy, più legato alla Fininvest, ma almeno da quello non faranno un cartone animato!
Perché a questo punto ce lo possiamo anche aspettare.
Una volta avevamo Bip-Bip.

6 punti in 5 giorni, l'Anquilla e il Trap

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Ovvero, presi.
E questa e' solo ordinaria amministrazione.

Poi, due cose sul nostro futuro, che da tempo pensiamo e vogliamo dire apertamente.

Gattuso.
Ha un futuro da terzino. Destro. Quando gli abbiamo visto provare il ruolo nei minuti finali di Milan-Treviso abbiamo capito che il nostro abituale leggere dietro le riche della gestione della squadra andava nella direzione giusta.
Gattuso arretrato, in una figura che sta a meta' strada del trivio Anquilletti-Gerets-Benarrivo (con preferenza personale per il primo) sarà una logica conseguenza della trasformazione di un giocatore e di una squadra.
Primo: non ce la fa piu' a fare cose che erano normali fino a due anni fa.
Secondo: troppo spesso viene chiamato a impostare, cosa che non gli riusciva nemmeno quando per lui era primavera.
Terzo: arretrando lascia spazio a un interditore con piedi migliori in costruzione. Esempio: da subito, Seedorf, con creazione di spazio a sinistra per Janku o per Rui.
Quarto: in rottura, sulla linea difensiva, paga centimetri con le ali piu' alte di lui, ma in propulsione fa guadagnare metri alla squadra.

Trapattoni
Sappiamo tutti (la Gazza ci ha fatto pure una paginata) della telefonata fatta da Galliani, in cui ha offerto al Trap il ruolo di direttore tecnico del settore giovanile. Era ora.
Pensiamo da anni che la Primavera abbia bisogno di un vero tecnico per farci tirar fuori dal vivaio quei numeri e quei prospetti che sono da sempre la storia del Milan.
Non ce ne voglia Franco, ma per insegnare ai giovani cosa sia il calcio, cosa significhi puntare al risultato, come ci si relaziona con i compagni e come si strappi la palla agli avversari, non ce n'e' di meglio del Trap. Lo dicono i risultati ottenuti nella vita.
Sappiamo anche che l'uomo di Cusano Milanino ha interesse a imbarcarsi in attività commerciali nel varesotto. E Carnago è proprio li.

E SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE FORZA MILAN

Lo spirito olimpico è pervasivo

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Vedere uscire dal campo Mancini, ieri sera dopo inter-juve, ha fatto tornare alla mente l'uscita dal campo dello stesso allenatore brizzolato dopo un quarto di finale di Champions, prendendosela con Merk.
Di fatto, il portiere del Milan aveva ricevuto un fuocherello che ha bucato la maglia e i tifosi ne hanno tirati ancora dopo essere stati palesemente diffidati dal farlo.
Ma la colpa era dell'arbitro, che a suo giudizio aveva sbagliato.
Come ieri sera era colpa di "Papa" che ha alzato la mano per dire che c'era una punizione a due (il regolamento del giuoco del calcio parla di punizione a due in caso di gioco pericoloso) e i giocatori in casacca a righe scure non sanno contare fino a due.
Sempre il brizzolato, ex zampe di gallina, se la prende con un giocatore reo di aver accentuato la caduta, senza ricordarsi i suoi tuffi degni di Klaus di Biasi ai tempi della lazio e della samp.
Scene raccapriccianti, con porte dei tunnel che si chiudono, insulti. Il tutto in pieno spirito di una squadra che gioca contro un'altra che appartiene alla città che in questi giorni incarna lo Sport con la S maiuscola per l'intero pianeta, senza scomodare la facile retorica.
La memoria non è di tutti, ma ci si chiede se la seconda squadra di Milano non meriti di avere un allenatore degno del suo nome: un allenatore che sappia perdere!

Due rondini non fanno primavera

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Quattro goal a Reggio non dicono che la crisi è passata. Anche perché il Milan sceso in campo era sbalestrato, perché il Milan è il Milan quando ha una mezza punta dietro le due punte. E' nel nostro DNA questo schieramento, dai tempi di Rivera a quelli di Gullit, Boban, Rui e Riccardino.
Il Conte aveva sbagliato formazione, ma ha corretto in corsa e ha fatto vedere a tutti che lui e la squadra hanno ancora grinta e voglia da vendere.
Non c'è da rallegrarsi, ma vediamo qualche miglioramento. Adesso il cagliari e poi si vola in Baviera, dove avremo la prova del nove, la cartina tornasole sullo stato di salute di questa squadra.
Possiamo dire, invece, che abbiamo agganciato il secondo posto, obiettivo che riteniamo primario per partire con il piede giusto la prossima stagione, viste poi le tante novità che ci saranno.

Pareggi

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A noi Tombolini, agli altri Paparesta.
Per superare le polemiche la classe arbitrale ha imposto i pareggi per domenica prossima, di modo che la classifica possa rimanere congelata e ogni problema rimandato alla risoluzione naturale che produrrà il turno di champions.

E SEMPRE FORZA MILAN

Una rondine non fa primavera (ma fa piacere)

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Cinque pappine al Treviso non scacciano la crisi, ma danno entusiasmo. Abbiamo dormito qualche volta in difesa (Sandro devi riprenderti in fretta, senza ansia) ma abbiamo ripreso velocità di manovra.
Insomma, qualche lampo di luce in uno stadio che è sensibilmente più buio dello scorso anno (han deciso di risparmiare sull'illuminazione?).
Adesso andiamo a Reggio, una prova difficile, che ci permetterà di vedere a che punto siamo.
I piangina piangono dall'inizio dell'anno, vedi tronchetti e via di seguito, ma poi perdono come sempre le occasioni da soli (d'altronde perdere è il must della squadra). Noi stiamo alla finestra, a caccia del secondo posto che ci darebbe un'estate tranquilla per ricostruire. Non molliamo, ma vediamo che non molla nemmeno la fiorentina.

Dopo il Conte: Donadoni o Marcellino, purché si cambi

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Ammesso che sia Donadoni il prossimo allenatore del Milan, e non Marcellino, facciamo qualche considerazione su Luci a San Siro.
Leggiamo articoli che parlano di lui come di un allenatore che non sa gestire il gruppo, quasi fosse una colpa. Un allenatore che arriva con la squadra che ha a disposizione al sesto posto, non deve gestire il gruppo, deve gestire il gioco e valorizzare i singoli. Se poi il materiale non è tutto di primissima qualità, mi pare che abbia dei meriti.
Al Milan c'è sempre qualcuno che gestisce il gruppo, non è certo l'allenatore a coccolare i giocatori.
Donadoni ha dimostrato di saper dare un gioco, ma soprattutto di saper dare una collocazione ai giocatori, un loro ruolo e quindi una loro importanza.
Ma poi, allenare il livorno non è allenare il Milan, e qui è tutto da scoprire. Al corso per allenatori a Coverciano il Dona ha fatto cose eccezionali, dimstrando di avere i numeri. E' un allenatore pacato in panca, come piaciono a Berlusconi, sa leggere le partite e ama il buon gioco (nei limiti del possibile).
Il Conte Carletto è più un allenatore-psicologo, che ha saputo lavorare sui giocatori, e ha recuperato e creato molto. Donadoni è più concreto e fantasioso, ma non è detto che a Milanello si comporti allo stesso modo. Una grande squadra è molto diversa dalle piccole, e quindi ci potrebbero essere delle sorprese.
Il Conte e Luci a S. Siro sono amici. Non è detto che, come ha detto proprio il Conte ieri, il Dona venga presto a Milanello. In visita. Come assaggio.
D'altronde il Conte è sempre stato un signore.
E lo sarà sampre.

Prendiamone atto

// 8 commenti
Questi sono gli ultimi giorni per la dirigenza per cambiare la guida tecnica del Milan, la champions è vicina e prendere la decisione troppo sotto la partita con il Bayern sarebbe controproducente. Prendiamo atto che nulla verrà fatto. Veniamo da cinque anni di successi (ancora abbiamo negli occhi lo striscione premonitore di Milan-palermo dello scorso campionato, poi quattro giorni dopo è andata come sappiamo), di tre e mezzo di un buon allenatore. Ma si deve guardare avanti.
Non capiamo come mai Galliani, dirigente dell'Olimpia basket, abbia deciso di mandare via l'allenatore che aveva portato la squadra a una insperata finale scudetto per dare una scossa, e al Milan, in caduta verticale dal vertice della classifica, queste decisioni non si prendono. La riconoscenza nel calcio non esiste, se non nei tifosi.
A coloro che dicono che giochiamo bene, almeno benino, rispondiamo in fretta: il Milan soffre di cali di concentrazione e poca cattiveria sotto porta: se Riccardino infila il goal a Palermo e Sheva o Gilan a Roma oggi i risultati parlerebbero diversamente. Solo che è proprio nella concentrazione, nel gioco, nella voglia, della determinazione che il Milan manca. Se è vero che i giocatori vanno in campo, c'è bisogno che qualcuno fornisca stimoli. Non siamo dei brocchi. Siamo forse un po' troppo svogliati e leziosi nel gioco, non spingiamo con la dovuta costanza e voglia di vincere.
Ci si aspettava che a Roma si entrasse in campo per spaccare la palla, per fare rimangiare le parole amare di questi ultimi giorni. Niente.
E ci si accontenta di poco.
Soprattutto di frasi da poco.
Troppo poco per il Milan.

Lettera aperta alla dirigenza rossonera

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Cara dirigenza rossonera,

come tifosi prendiamo atto che questa stagione è di fine ciclo.
Forse voi lo sapevate anche all'inizio, a luglio, ma vi siete guardati bene dal dircelo, e ben ve ne siete guardati dall'intervenire in corsa durante il mese di gennaio, nonostante ci fossero segnali inequivocabili.

Ci siamo radunati il 14 luglio perché è la data della presa della Bastiglia e con questo intendevamo staccare il biglietto per Parigi? Ozioso dire che con gli slogan non si va da nessuna parte. Questa non è politica, è calcio.

Noi ci siamo abbonati, fedelmente, e poi quello che è stato è stato. Questo non è un problema per chi è stato fedele tifoso nei tempi della serie B.
Punto.
Ora, però, bisogna chiudere la stagione con umiltà e soprattutto tanta dignità.

In campionato siamo andati male a prescindere da come sono andate juve e inter.

Quella di quest'anno è la Serie A con il più basso tasso tecnico e con il maggior divario di sempre, lo dicono i numeri, le statistiche, non delle sensazioni o quattro chiacchiere da trasmissione TV mediocre. Eppure noi ci siamo adagiati su questa pochezza e abbiamo arrancato, a prescindere dai punti che abbiamo. Quelli traggono in inganno.

Adesso è ora di ripartire, di guardare avanti, sia a breve che a lunga distanza.

Nel breve, serve una sterzata forte, un'inversione di tendenza, un'intervento deciso, al di là delle imminenti elezioni del presidente onorario. Nonostante sia una squadra a fine ciclo, non è fatta da brocchi: il tasso tecnico dei singoli elementi è indiscutibilmente più elevato del 99% dei giocatori dell'attuale campionato.

Ergo, la svolta che chiediamo riguarda la guida tecnica, anche perché non ci sono altre strade da percorrere. Carletto ha perso il polso della situazione, ed è desolante leggere il labiale del finale di Palermo in cui dice sull'ennesimo fallo inutile "non si può giocare così".
Qualche tempo fa Billy aveva esternato una frase sibillina "dopo tre anni un allenatore non è più rispettato dai giocatori". Il Billy ha l'intelligenza e l'astuzia per vedere certe cose. Con l'affetto che lo lega ai colori. Nulla di personale. Nemmeno da parte nostra.

Nel lungo termine, bisogna partire dai punti fermi del gruppo attuale, su cui costruire il prossimo Milan, vincente: Nesta, Gilardino, Kaka'. Forse Gattuso e Pirlo. E i giovani Marzoratti e Ardemagni.
Punto.

Si congedino i giocatori che hanno comunque dato tanto alla causa, ai quali saremo, come abbiamo ampiamente dimostrato, sempre infinitamente grati.

Ma non possiamo più attendere noi tifosi, non può più attendere il Milan.

Niente contestazioni plateali: onore a chi ha vinto Campionato e Champions (davanti alla juve!).
Diavolo, siamo il Milan!

E SEMPRE FORZA MILAN




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